Bellocchio è uguale. La Bobulova, idem. Sanguineti minchia quanto invecchia di anno in anno. Basta durante un festival dire di spegnere i cellulari, dovrebbe essere come dire «pregate» in chiesa. Gli schermi degli smartphone come le candele della pubblicità natalizia di coca cola (vi venisse una botta d'acido tutte le volte, bastardi!). L'ipod protezione 20 a difesa delle mie povere orecchie a coprire strafalcioni e discorsi da treno durante le file. Le code ai bagni maschili più lunghe che in quelli femminili. L'isteria dei deficienti che non hanno letto le istruzioni per fare i biglietti. Perché piaccio così tanto agli ambulanti extracomunitari? Winter's bone (ne scriverò, datemi tempo) ha vinto, così come la sua protagonista. Per una volta sono assolutamente d'accordo con la giuria. E son 300 post, giovani, forti e ve li potete rileggere, se volete.
domenica 5 dicembre 2010
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Divago, però io sulla faccenda cellulari e smartphone ci ho un po' il dentino avvelenato. Posto che se uno va al cinema, mi spiegasse che se ne fa del telefono: il mito della reperibilità ovunque, quantunque e comunque fa più danni al cervello dell'Lsd di lontana memoria. Per tacer dell'aereo, con quelli che han da parlare fino a quando la hostess non minaccia di calpestargli il telefono e che lo riaccendono un nanosecondo dopo che il velivolo ha toccato terra: nemmeno se le sorti del mondo fossero tutte nelle loro mani. Je possino...
RispondiEliminaTff: ti ci vedo in fila con l'iPod protezione 20. :)
Dovrebbero spiegare che "spegnere" il cellulare non è la stessa cosa che tenerlo in modalità silenziosa. Se chiedono di "spegnere", vuol dire che bisogna "spegnere". Ma gli interpreti delle regole danno versioni proprie anche di questo concetto tanto chiaro e anche se in sala ci risparmiano suonerie idiote e squilli atroci, ci sono comunque quei fastidiosi biancori di display che si rovistano nel buio in ogni momento.
RispondiEliminaVorrei che schermassero i cinema. Appena entri: cellulare morto. Amen!