Avevo amato molto Il giardino di limoni, certo per la conturbante presenza di Hiam Abbass, ma anche perché, da premesse fragiline, era nato oggettivamente un bel film. Di Riklis avevo anche visto La sposa siriana e, insomma, mi aspettavo davvero belle cose da Il responsabile delle risorse umane, peraltro tratto da un romanzo di Yeoshua. E invece questo film vuole essere tante cose e spesso si perde. Da dramma politico a commedia on the road (viene in mente Safran Foer tradotto da Liev Schreiber, ma è meglio non pensarci), passando per il romanzo di formazione (il figlio della vittima) e la critica dei media (il giornalista mammone, stupido, fintoidealista e morboso). Un'occasione smarrita più che persa, perché di momenti buoni ce ne sono non pochi.
martedì 21 dicembre 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Foer è intraducibile; forse solo i fratelli Coen potrebbero stupirci.
RispondiEliminaHo letto (e recensito) il libro. Mi era piaciuto molto, come mi era piaciuto "Il giardino di limoni" di Riklis.
RispondiEliminaAnche se il tuo giudizio è poco più che sufficiente, direi che si può fare.