mercoledì 15 dicembre 2010

hello, spank


Quello che mi piace di Michael Winterbottom (non si ride dei cognomi altrui, su!) è che è uno dei pochi che difficilmente dirige un film uguale a un altro. L'assassino che è in me (perché un titolo italiano ci sarebbe, quello del libro da cui è tratto, che suona anche tanto bene, ton sur ton con l'ottima ambientazione da noir un po' maledetto anni Cinquanta) è di quelli in cui ci sono giusto quelle quattro scene di violenza quasi prive di effettacci ma che pure ti si piantano sullo stomaco e ci rimangono per un po'. Casey Affleck, fratello minore non scemo di Ben, è perfetto nei panni dello psicopatico, Jessica Alba è inaspettatamente convincente e fica a tutto tondo, Kate Hudson imbrocca finalmente un film dai tempi di Quasi famosi.

7 commenti:

  1. Temo che le mia recensione sarà poco convincente. Però devo scriverla, per ricordarmi di aver visto il film: post-it.

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  2. Io sul cognome ho riso. Chiedo venia.

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  3. Pensavo... w(h)b potrebbe essere l'acronimo traslato di bdcdP

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  4. ... devo assolutamente cambiare la suoneria di quel (biiiip!) di telefono di 'sta (biiiiio) cippa.

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  5. è un bip, pure il secondo, nonostante le apparenze.

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  6. w(h)b??? hai un telefono col bip biologico?

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  7. A futura memoria: winter (hole) bottom.

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