Sera, interno borghese, qualche mese fa. Una lunga tavola apparecchiata in penombra. In scena, due anziani signori eleganti. Nell'aria, odore di cavolo, dopobarba, flatulenze. Mentre sfuma la musica, M., il più vecchio, avanza verso P.
P.: (sorridendo) Benvenuto!
M.: (poco convinto) Ueilà presidente.
(si abbracciano come due che hanno paura di scoprirsi gay)
P.: Accomodati, il porrigg arriva a momenti.
M.: (sedendosi) Pòrij?
P.: Sì, sai, fa parte della dieta. Vedrai, cribbio, che autunno li aspetta.
(entra il cameriere e serve un minestrone. M. lo assaggia)
M.: (fingendo entusiasmo) Buono, come fatto dalle nostre nonne!
P.: La tua lavorava alla Findus? Grande Michele, sei sempre stato più avanti di tutti!
M.: Ok, senti, lo sai che siamo amici e... oh insomma c'ero anch'io su quella cassetta d'acqua insieme a te quel giorno! Da quando per parlarti ti si deve pregare?
P.: Da sempre, più o meno sono Dio.
M.: Non si scherza su queste cose, Gesubambino ti punisce!
P.: (la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni) Ah. Beh, proprio perché siamo amici saprai che sono stato molto impegnato. Insomma Bettino non me l'aveva raccontata fino in fondo!
M.: Ma come, e le monetine non te le ricordi?
P.: (sembra riflettere) No, solo le banconote. Comunque, dicevo, è un continuo: e la mafia e la P2 e Mills e il conflitto d'interessi e le puttane... Che poi sembra che gli importi solo quello. Dici che ne hanno viste troppe e toccate poche? Forse con la tv interattiva...
M.: ...
P.: Ma te la ricordi quella riccia col culo che... No, aspetta, era quell'altra. Uh la memoria! Io dico le cose e un momento dopo... Cos'è che stavo dicendo?
M.: La signorina col fondoschiena...
P.: Io? Ma che ti ci metti pure tu?
M.: Va beh, senti, mi hai invitato e sono venuto. Ora...
P.: D'altra parte, anche tu con quell'australiano comunista. Che ci avrà? Ma poi, gli australiani non erano neozelandesi? Sì insomma, chel lì l'è minga negher! Per me è strano.
M.: Guarda che Rupert...
P.: Rupert? A me ci hai messo anni prima di chiamarmi per nome!
M.: Ma non te la prendere! Lui è solo un po'... un po' più iisi.
P.: Ecco, lo sapevo, è pure culattone. E tu, dai, hai un'età, cribbio!
M.: Ma cosa stai dicendo?
P.: Certo! E, a proposito di età, dovresti pensarci seriamente.
M.: A che?
P.: Un posto nel mio mausoleo. Ce n'è, sai, uh se ce n'è!
M.: (la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni) Si è fatto tardi, scusa, devo tornare a casa. (esce)
P.: Vai, vai, abbandonami anche tu, ingrato come tutti gli altri. (suona un campanello) Ambroeus, voglio restare solo. Fai entrare le troie.
(sipario)