tag:blogger.com,1999:blog-15271098817921219932024-03-06T05:35:41.806+01:00Montecristo«Per cui credete che in mezzo alle nostre nebbie ed alle nostre piogge un uomo si potrebbe più facilmente, che in regioni calde, abituare a questo lento e progressivo assorbimento di veleno?»Dantèshttp://www.blogger.com/profile/16404303077194621205noreply@blogger.comBlogger887125tag:blogger.com,1999:blog-1527109881792121993.post-13576719631500358212015-11-19T09:56:00.001+01:002015-11-19T09:56:36.014+01:00dico trentatré<br><div style="text-align: justify;">
No, tranquilli, sto bene. Oddio, un po' di infiammazione alla bocca dello stomaco, ma tanto adesso partono gli otto giorni di disintossicazione: da domani vado a seguire la trentatreesima edizione del Torino Film Festival. Avrò dietro un portatile ma non so quanto e se posterò. Di sicuro mi troverete più di frequente su <a href="https://twitter.com/Dantescestmoi">Twitter</a> e, per chi sa, Facebook. A presto!</div><br>Dantèshttp://www.blogger.com/profile/16404303077194621205noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-1527109881792121993.post-22350201376562683292015-11-02T08:30:00.000+01:002015-11-02T08:42:22.412+01:00credo di aver visto un film del tff<br />
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Mi mangio il cappello (uno a caso, magari di quelli meno impolverati) se <i>Walter</i> non farà parte della sezione Festa mobile del prossimo Torino Film Festival (signora Martini, la prego, si metta una mano sulla coscienza e lo aggiunga in corsa, grazie). E insomma ero lì, in una serata un po' così, e ho cercato qualcosa di inedito sul web. E ho trovato questa strana commedia indipendente che, come molte commedie indipendenti americane, parte che sembra una cosa e poi tac! diventa qualcos'altro. Se all'inizio l'opera prima di Anna Mastro (all'attivo un po' di corti e un po' di tv) sembra una specie di commedia assurda sui danni della religione, a metà sboccia e si trasforma in un quasi dramma – seppure divertente – a lieto fine. Walter, un po' autistico un po' oppresso dalla madre e un po' depresso, da quando è morto il padre è convinto di essere stato prescelto da dio per decidere chi va in paradiso e chi all'inferno. Ovviamente non è così, e dietro c'è un trauma infantile. William H. Macy è lo psicologo che (non) vorresti avere, Neve Campbell invecchia in bellezza, Virginia Madsen no ma è brava, gli altri attori, tutti piuttosto televisivi compreso l'impeccabile protagonista Andrew J. West e la classica bonazza americana Leven Rambin, fanno la loro porca figura. E alla fine del film, se mai l'hai avuta, ti passa tutta la voglia di andare in una multisala.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilKKs1V_W-iU_3Q4sQbISQuu_Zj7Uq_y5DlYUER4ZpYTh7bPF1kcJD0hgkcCm_FS8B6Tlc5_V5VotT8oF3d8dXh9Zh-MrD5K9vBZyo5PaTFQ6SNBZ9WbjzeCErkGRrgW29-zjqg5jjFHeX/s1600/walter.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="208" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilKKs1V_W-iU_3Q4sQbISQuu_Zj7Uq_y5DlYUER4ZpYTh7bPF1kcJD0hgkcCm_FS8B6Tlc5_V5VotT8oF3d8dXh9Zh-MrD5K9vBZyo5PaTFQ6SNBZ9WbjzeCErkGRrgW29-zjqg5jjFHeX/s320/walter.gif" width="320" /></a></div>
Dantèshttp://www.blogger.com/profile/16404303077194621205noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-1527109881792121993.post-36521940093892312172015-10-05T08:30:00.000+02:002015-10-05T08:30:00.575+02:00a volte ritornano (e non ne hanno un cazzo voglia)<br><div style="text-align: justify;">
Sono stato in vacanza, finalmente. Istria. Che dici: potrebbe essere italiana. Per fortuna o purtroppo non lo è. Che bella scoperta Rovigno, piccola città dolcissimo posto, turistica ma non troppo, gioiello che se avesse una multisala furba (ossimoro?) sarebbe il paradiso. E che belle le spiagge di Monsena, naturismo tranquillo e facile da raggiungere, autunno di sole e di mare, anche nei due giorni di pioggia, e una birra al tramonto fra tende bianche e una poltrona di vimini. Pola no, già troppo sputtanata. Tanti tedeschi, pochissimi italiani, qualche anglofono. Gli abitanti un po' liguri: chiusin chiusini, ma dagli tempo e si aprono come fiori in primavera. Sulla via del ritorno, poi, tutto un susseguirsi di incontri vicini e lontani, blogghici e non, da quelli più o meno concordati (il signor Fascino, assiduo commentatore della poison, esiste sul serio, e poi la signora Middlemarch che è sempre uno splendore, per non parlare di Simonetta che finalmente ha un volto), e poi gli elementi sorpresa: la mia amica P., che non riesco mai a pensarla in Triveneto anche se sta solo qualche decina di chilometri più su di Venezia, ed E., che mi dice «pranziamo insieme» ed è bello sapere che c'è, dopo anni e nonostante la mia antica stupidità, ed è altro da allora ma è sempre uno star bene e una felicità parlarci. Insomma sono tornato. E sto già pensando ai prossimi weekend in attesa del Tff.
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJK3yBF6DDHCzsnp2_0fpCIJmzCG86K1BjOkC2kiwLU0AWLuOQfDT9bON8JR9F3kd_V1GPmGocxTyLs2D_dSypU4ZgFW-ZDCq9GObFEByE0xFEViBGxPLem5Vh7OFChSB60Pz7TmMVikmF/s1600/Rovinj.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="166" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJK3yBF6DDHCzsnp2_0fpCIJmzCG86K1BjOkC2kiwLU0AWLuOQfDT9bON8JR9F3kd_V1GPmGocxTyLs2D_dSypU4ZgFW-ZDCq9GObFEByE0xFEViBGxPLem5Vh7OFChSB60Pz7TmMVikmF/s400/Rovinj.jpg" width="400" /></a></div>
Dantèshttp://www.blogger.com/profile/16404303077194621205noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1527109881792121993.post-27657746902269050312015-09-18T08:30:00.000+02:002015-09-18T09:13:13.450+02:00chiedi chi era wes craven<br />
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Insomma ci pensavo guardando <i>L'ultima casa a sinistra</i>, e poi pensando a <i>Nightmare</i> e <i>Scream</i>. Ci saranno adolescenti che non si cacheranno in mano vedendo un film di Wes Craven, l'uomo che ha reinventato, almeno per tre decadi, il teen movie de paura. Ci mancherà, quell'uomo lì. Uno che ha cercato, e un po' c'è riuscito, a fare film sempre diversi. Una specie di highlander che, con tutte quelle reincarnazioni, sembrava non dovesse morire mai. Il film di cui parlo oggi è del 1972. Craven debutta grazie a Sean S. Cunningham con questo film datato e malato (non so a quale aggettivo dare la precedenza) che ha, nientemeno, che un'ispirazione bergmaniana,<i> La fontana della vergine</i>. Beh, i punti di contatto ci sono, ma... La protagonista, che muore presto, è una ragazza senza reggiseno. Cerca maria, cerca sesso, cerca vita. E un po' se la fa sotto un po' no. Purtroppo lei e la sua amica (muore anche lei, ma non è un grande spoiler) incontrano degli psicopatici scappati di galera. La vera svolta del film, checché se ne dica, è nell'ultima mezz'ora, quella della vendetta. Un film datato, sì. Imperfetto, d'accordo. Con una coppia di poliziotti che sembra uscita da una puntata di <i>Hazzard</i>, ma alla fine sono gli unici personaggi sopra le righe. La meraviglia sta nei contrasti, nelle musiche sempre suadenti, quell'easy rock vagamente country spalmato su scene agghiaccianti eppure quasi prive di dettagli macabri. E sta nel montaggio incrociato fra le torture nel bosco e la vita da mulino bianco dei genitori di lei. Una piccola perla.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrADAWECxgt0sTwS0MGb0Alrf34HLAwOyKIpZqK9_COW7cp5NDmU2ir9wqkZ-sGX0DfZjC_pnhA5DhiIchdyFflE7Z5G6O_2yDL7DL23QY475-Cfu42aOj23Q3-3UH4tOVVVw7Ce83aVbB/s1600/LUltima-Casa-a-Sinistra.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="222" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrADAWECxgt0sTwS0MGb0Alrf34HLAwOyKIpZqK9_COW7cp5NDmU2ir9wqkZ-sGX0DfZjC_pnhA5DhiIchdyFflE7Z5G6O_2yDL7DL23QY475-Cfu42aOj23Q3-3UH4tOVVVw7Ce83aVbB/s400/LUltima-Casa-a-Sinistra.jpg" width="400" /></a></div>
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Ed ecco gli altri partecipanti alla giornata dedicata a Wes Craven. Buona lettura!</div>
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Il Bollalmanacco - <a href="http://bollalmanacco.blogspot.com/2015/09/wes-craven-day-il-serpente-e.html">Il serpente e l'arcobaleno </a></div>
Non c'è paragone - <a href="http://nonceparagonecinema.blogspot.com/2015/09/wes-craven-day-la-casa-nera-1991.html">La casa nera</a><br />
Mari's Red Room - <a href="http://marisredroom.blogspot.com/2015/09/wes-craven-day-lultima-casa-sinistra.html">L'ultima casa a sinistra</a><br />
Scrivenny - <a href="http://scrivenny-dennyb.blogspot.com/2015/09/wes-craven-day-scream-1996.html">Scream </a><br />
Combinazione casuale - <a href="http://combinazionecasuale.blogspot.com/2015/09/wes-craven-day-nightmare-dal-profondo.html">Nightmare - Dal profondo della notte</a><br />
WhiteRussian - <a href="http://whiterussiancinema.blogspot.com/2015/09/red-eye.html">Red Eye</a><br />
Cinquecento Film Insieme - <a href="http://cinquecentofilmisieme.blogspot.com/2015/09/omaggio-wes-craven-scream-3-e-scream-4.html">Scream 3 e 4</a><br />
Pensieri Cannibali - <a href="http://www.pensiericannibali.com/2015/09/nightmare-vecchio-incubo.html">Nightmare - Nuovo incubo</a><br />
In Central Perk - <a href="http://incentralperk.blogspot.com/2015/09/wes-craven-day-nightmare.html">Nightmare - Dal profondo della notte</a><br />
Il Zinefilo - <a href="https://ilzinefilo.wordpress.com/2015/09/18/wes-craven-day-dovevi-essere-morta-1986">Dovevi essere morta</a><br />
Director's Cult - <a href="http://directorcult.blogspot.com/2015/09/wes-craven-day-la-casa-nera.html">La casa nera</a><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxX1E9lrwojXfiE8jWahM2yKsWblTTCZVTnxVKe22maex5qcnLgGqFGOOfpQpSTr_yyg0JpKDSE4VUWwJEHE-HzpfklbCSjfkq0U1DXy6UJUXBGTGyrmYvcRQTZKtaRMKQMuaBIErZh5eZ/s1600/wes.PNG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxX1E9lrwojXfiE8jWahM2yKsWblTTCZVTnxVKe22maex5qcnLgGqFGOOfpQpSTr_yyg0JpKDSE4VUWwJEHE-HzpfklbCSjfkq0U1DXy6UJUXBGTGyrmYvcRQTZKtaRMKQMuaBIErZh5eZ/s320/wes.PNG" width="320" /></a></div>
<br />Dantèshttp://www.blogger.com/profile/16404303077194621205noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-1527109881792121993.post-56332625741350754572015-09-14T08:30:00.000+02:002015-09-14T20:51:40.050+02:00rocking rolling<br />
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Non so voi ma, da italiano, leggere la frase <i>Dove eravamo rimasti</i> mi fa piuttosto effetto e mi fa solo pensare a una orrenda pagina di malagiustizia scoppiata nel 1983 e tragicamente conclusa cinque anni dopo. Che aveva di brutto <i>Ricki and the Flash</i>, considerato che la metà dei film che escono dalle nostre parti ha un titolo inglese, a volte anche inventato a Roma? Vabbè, ve lo ricordate Jonathan Demme? <i>Qualcosa di travolgente</i>, <i>Il silenzio degli innocenti</i>, <i>Philadelphia</i> e, restando in tema musicale, <i>Stop making sense</i>? Ecco, lasciate perdere. Brava Meryl Streep, perfetta anche stavolta, pure come cantante, con quel timbro sporco che ti lascia qualche unghiata qua e là. Brava la figlia, bravo e bello Rick Springfield (66 anni?!?), bravi tutti gli altri, bentornato a Kevin Kline, ma... Vi ricordate Diablo Cody, autrice di quella meraviglia di <i>Juno</i>? Stavolta ha attinto dalla sua esperienza di figlia di rocker truzza e fallita, ma il gioco non gli è riuscito poi tanto. Una commedia scontata e un po' vecchiotta, con un cast multietnico e multisessuale che sembra un po' una barzelletta, quattro o cinque battute divertenti (Nirvana, soprattutto), e qualche lacrimone inevitabile sul finale, quando quasi tutti si sfilano il bastone dal culo e iniziano a ballare sulle note del Boss. Ci si poteva aspettare di più? Molto, direi.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0591M4D1hrv7Bg-8OMyZheraEcQEV6wqhaPZWfDpCb9EUmJ2JsfSbG6n2FnH0K4jk2eh2_4mfnOzgI2N2aC_vqey-XVmPXUfNXaN4DdkJniQCCXg1gerU1Cbm8Eio9VZqJHgb6GEV3iBP/s1600/dove-eravamo-rimasti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="215" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0591M4D1hrv7Bg-8OMyZheraEcQEV6wqhaPZWfDpCb9EUmJ2JsfSbG6n2FnH0K4jk2eh2_4mfnOzgI2N2aC_vqey-XVmPXUfNXaN4DdkJniQCCXg1gerU1Cbm8Eio9VZqJHgb6GEV3iBP/s400/dove-eravamo-rimasti.jpg" width="400" /></a></div>
Dantèshttp://www.blogger.com/profile/16404303077194621205noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-1527109881792121993.post-54207874062271686822015-09-10T08:31:00.000+02:002015-09-10T09:03:18.381+02:00bell(in)a zio<br><div style="text-align: justify;">
Buongiorno mister Guy Ritchie, posso farle due domande sul suo ultimo film? Lo sa che i cartelli arancioni con la scritta Taxi sono stati introdotti in Italia solo nel 1992? Sa, quel periodaccio fatto di mafia, esplosioni, tangenti, monetine e b.? Come b. che vuol dire? Vuol dire battone, ma anche battuage: sa in quel periodo quanti si sono prostituiti? Quanti hanno salvato il culo dandolo gratis? Quanti lo hanno oliato per bene in attesa dell'unto del signore? Vabbè, non ci faccia caso, le mie sono ostie di un vecchio (cit.). Comunque nel suo film c'è un anacronismo, e questo è un fatto. E poi… mi toglie una curiosità? Ma quella canzone di Peppino Gagliardi (dico Peppino Gagliardi! che a malapena se lo ricordano i parenti…) come l'ha trovata? Peraltro, fa da colonna sonora a una delle tre sequenze per le quali vale assolutamente la pena vedere <i>Operation: U.N.C.L.E.</i>, quella in cui c'è coso che mangia il panino mentre quell'altro rischia la morte in motoscafo. Come chi è coso? L'ha scritturato lei! E anche quell'altro. E pure quella. E, le dirò, io non ho schifato nessuno dei tre come ha fatto qualcun altro (no, vabbè, non mi dica che legge il blog di poison!). Però le dico un'ultima cosa, ecco, col cuore in mano: lei che ha fatto <i>Sherlock Holmes</i>, no dico <i>Sherlock Holmes</i>!, una delle maggiori rivalutazioni del sottoscritto partendo da aspettative zero. Beh, lei che è sempre così cazzaro… stavolta non lo è stato abbastanza. Carino ma… ripassi <i>Kingsman</i>, ci vediamo a settembre. O quando sarà.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh83Ye4d5AqKzHgyeJmTijiBVhgDvs2rRnLeaOrkhPv5Jn2YUhHQZegmV2MHkVYl_fURwi3fgqHgxHqeDUXzJUqjYsnWcwqNMWeAXlRFSoE-PqqdW1R55glYWRbzCSBz9DOAu29ZYLN2KOc/s1600/img_529_big.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="281" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh83Ye4d5AqKzHgyeJmTijiBVhgDvs2rRnLeaOrkhPv5Jn2YUhHQZegmV2MHkVYl_fURwi3fgqHgxHqeDUXzJUqjYsnWcwqNMWeAXlRFSoE-PqqdW1R55glYWRbzCSBz9DOAu29ZYLN2KOc/s400/img_529_big.jpg" width="400" /></a></div>
Dantèshttp://www.blogger.com/profile/16404303077194621205noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1527109881792121993.post-89028117487504243422015-09-08T21:00:00.000+02:002015-09-08T21:00:03.553+02:00notte horror: dead snow<br />
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Dici: perché diffidi della montagna? Ma non è vero. Non nevica, tu mi porti in macchina per curve e strettoie, ci facciamo un'escursione di un bel po' di chilometri (giuro) ma non più di 300 metri di dislivello, tu riguidi verso casa. Fico no? Tutto ciò per dire che… quale film per concludere meglio la nostra Notte Horror di <i>Dead snow</i>? Era da un po' che 'sto film stava lì in attesa. E devo ammettere che me l'aspettavo più grand guignol, più kitsch, insomma più truzzo. E invece 'sta specie di <i>La casa</i> immerso nella neve e grondante di zombie nazisti ha il suo perché. Nessun miracolo, ma il film del norvegese Tommy Wirkola diverte, con il suo oscillare contento fra parodia, autoparodia e omaggi vari, con una confezione tutto sommato curata nonostante un budget limitato. Ah, adesso mi tocca il sequel, ovviamente. Nonché la parodia di <i>Kill Bill</i>. Perché Wirkola poi si sia buttato su Hansel e Gretel, vabbè… pecunia non olet, al massimo dà risultati che fanno cacare.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi22rKbuTKcJM-cxC1hcegn-N5cWHQp3T_ztlhZwADyDh597jmkduGEA_kiSlRgKLMyXziJCTf8msL-zG4AI68cXIcBemy1PbLVf3KkGemZaXrgF5kJ7CUtjL3Bl0wLfl_j7gk7FZiheIos/s1600/DEAD-SNOW_main.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="205" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi22rKbuTKcJM-cxC1hcegn-N5cWHQp3T_ztlhZwADyDh597jmkduGEA_kiSlRgKLMyXziJCTf8msL-zG4AI68cXIcBemy1PbLVf3KkGemZaXrgF5kJ7CUtjL3Bl0wLfl_j7gk7FZiheIos/s400/DEAD-SNOW_main.jpg" width="400" /></a></div>
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Cari zombetti miei, con questa recensione e quella di <a href="http://insidetheobsidianmirror.blogspot.it/">Obsidian Mirror</a>, dalle 23 in poi con un altro classicone qual è <i>Trilogia del terrore</i>, si chiude la seconda edizione di Notte Horror: ci vediamo al prossimo anno, spero. E se vi siete persi qualche puntata, ecco il programma completo:<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxaRSnjfT6nJuZMl5SEFg18RK8T_kkPk8wRBMjuV6kpcPc1CUoe8tBiUoHIcssRM7icrNJ7S5k_4iCzjo5Z_0LCc8heYE-31rrOeQBTQszw8wiBk1nByE7EHYYS9fngw6B0dOFBpcmrNCV/s1600/NH_BANNER_VERTICALE_REV_A-2.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxaRSnjfT6nJuZMl5SEFg18RK8T_kkPk8wRBMjuV6kpcPc1CUoe8tBiUoHIcssRM7icrNJ7S5k_4iCzjo5Z_0LCc8heYE-31rrOeQBTQszw8wiBk1nByE7EHYYS9fngw6B0dOFBpcmrNCV/s640/NH_BANNER_VERTICALE_REV_A-2.JPG" width="252" /></a></div>
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Dantèshttp://www.blogger.com/profile/16404303077194621205noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-1527109881792121993.post-45212143253194302692015-08-28T08:23:00.000+02:002015-08-28T10:35:06.804+02:00e adesso sta con lei<br />
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Ma uno fa un film solo perché giri come una trottola da un festival all'altro? Mah, chissà. Intanto, a guardare su Imdb, c'è poco da stare allegri: <i>I'm Michael</i>, oggi, un'uscita normale, non dico in Italia, ma almeno in un Paese normale, non ce l'ha ancora. Forse perché è di quelli scomodi. Ma scomodi forti, fatti per scontentare, pardon, fare incazzare tutti. Ancor di più perché si tratta di una storia vera. Michael Glatze era un attivista omosessuale con i controcazzi, stava con un bel ragazzo, avevano una liaison stile <i>Love story</i> (nel senso dei fotoromanzi rosa, non della leucemia). Poi, un giorno, come Paolo a Damasco, venne folgorato da un coglionetto che gli disse più o meno «io sono Luca e Luca era gay». Da allora violentò la sua natura, divenne etero e più in là predicatore mormone. La vostra reazione è «Masticazziiii!!!»? Ecco, pure la mia. James Franco (il film l'ho visto alla scorsa Berlinale, che praticamente era una "retrospettiva in avanti" dei film di Franco) è perfetto nel ruolo forse combattuto forse no forse boh del protagonista. Justin Kelly, regista esordiente, ha un tocco pulito, preciso: non gliene frega niente di strafare, ma riesce a dare qualche cazzotto in pancia quando meno te l'aspetti. Sarebbe uno di quei rari casi, forse, da «sì, il dibattito sì». Nel dubbio, però, non invitatemi.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN_yLfJoe19NEdEd4Nc4Gj2R5ezNFFaqgyNLhoVfdkx3gW5tlFBygGMZATcOASSu6VaSvCRyRUUlVou-AdsxpHdvzfPvOWZcuKERwXHEA1BnWvV7LEuncfnOr_YGUuQHefx0Pgb0ZMrC2x/s1600/i_am_michael_640.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN_yLfJoe19NEdEd4Nc4Gj2R5ezNFFaqgyNLhoVfdkx3gW5tlFBygGMZATcOASSu6VaSvCRyRUUlVou-AdsxpHdvzfPvOWZcuKERwXHEA1BnWvV7LEuncfnOr_YGUuQHefx0Pgb0ZMrC2x/s320/i_am_michael_640.jpg" width="320" /></a></div>
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Questa recensione fa parte di quelle dedicate al Rainbow day, ovvero a tutti i colori dell'amore. Un'idea di <a href="http://lafabricadeisogni.blogspot.com/">Arwen Lynch</a> per festeggiare il compleanno del suo blog. Quindi innanzitutto i miei migliori auguri! E poi ricordatevi che ci sono da leggere anche questi post qui:<br />
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<a href="http://www.delicatamenteperfido.com/2015/08/dallas-buyers-club-recensione.html">Delicatamente Perfido</a>
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<a href="http://directorcult.blogspot.com/2015/08/rainbow-day-appropriate-behavior.html">Director's Cult</a>
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<a href="http://bollalmanacco.blogspot.com/2015/08/rainbow-day-cruising-1980.html">Il Bollalmanacco di Cinema</a>
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<a href="http://incentralperk.blogspot.com/2015/08/weekend.htm">In Central Perk</a>
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<a href="http://lafabricadeisogni.blogspot.com/2015/08/rainbow-day-la-moglie-del-soldato.html">La Fabbrica dei Sogni</a>
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<a href="http://nonceparagonecinema.blogspot.com/2015/08/rainbow-day-pride-2014.html">Non C'è Paragone</a>
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<a href="http://insidetheobsidianmirror.blogspot.com/2015/08/otto-or-up-with-dead-people.html">Obsidian Mirror</a>
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<a href="http://www.pensiericannibali.com/2015/08/priscilla-la-vagina-piu-o-meno-del.html">Pensieri Cannibali</a>
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<a href="http://solaris-film.blogspot.com/2015/08/rainbow-day-i-segreti-di-brokeback.html">Solaris</a>
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<a href="http://whiterussiancinema.blogspot.it/2015/08/shortbus.html">White Russian</a><br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMfX5_gNc9TFVcn8A9pDG0LskaTXV68l2KDmgZvQaqufJndrnK9rOGzydShRVvwVBsy26sz3UQ1gh7uVN8vPu2ukkHnJ0631Tg53VP38lCiak3MJp05wo17iJERlsbweJBo055GzaSWDPJ/s1600/RAINBOWDAYBANNER.PNG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="204" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMfX5_gNc9TFVcn8A9pDG0LskaTXV68l2KDmgZvQaqufJndrnK9rOGzydShRVvwVBsy26sz3UQ1gh7uVN8vPu2ukkHnJ0631Tg53VP38lCiak3MJp05wo17iJERlsbweJBo055GzaSWDPJ/s320/RAINBOWDAYBANNER.PNG" width="320" /></a></div>
Dantèshttp://www.blogger.com/profile/16404303077194621205noreply@blogger.com14tag:blogger.com,1999:blog-1527109881792121993.post-80514603897203820712015-08-24T08:30:00.000+02:002015-08-24T08:30:00.738+02:00te lo ricordi demetrio quello sfigo<br />
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Vabbè, dai, c'ho un'età: se leggo Edoardo De Angelis penso a <i>La casa di Hilde</i> e, soprattutto, a <i><a href="https://www.youtube.com/watch?v=LcobSti39yQ">Lella quella ricca, la moje de Proietti er cravattaro</a></i>. Ma questo Edoardo De Angelis è solo un omonimo e fa il regista. E lo fa anche bene. Ho visto <i>Perez.</i> con un bel po' di ritardo, ma mi è piaciuto con la sua aria livida e sporchetta, e un Luca Zingaretti come sempre a portare a casa un buon risultato. Insieme allo splendido <i>Si alza il vento</i> (ma chi è quel cretino che diceva fosse un film militarista? ho pianto come un vitello, ed è come una lezione di storia dentro un quadro di Monet), mi ha disintossicato dall'ultimo <i>Mission: Impossible</i> che, ancora dieci minuti, e m'assopivo: noioso, faticoso, fuori tempo massimo. Cosa faccio di bello in questo periodo? Dopo aver finito di lavorare come un ciuco, sto lavorando come un ciuchino e aspetto con ansia la fine di settembre che mi porterà in vacanza. Per il resto, poco. Forse gatti in arrivo, forse altro, sostanzialmente forse. Scrivo poco, commento su fb, pratico shiatsu pagato in natura (canne e generi alimentari, che avete capito?), converto zia 86enne alla lettura di <i>Internazionale</i>, ed è la più grande delle soddisfazioni. Ah, e torno nella mia isola di blogspot. Com'è che diceva quel bel culo anni Settanta (e forse non solo quello)?</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjV4m96ISXW4NJWBt-HQshWnjQ67ikGerg_jr4TK50iwOyM4wR0UWVkTV6LiNq7bAcP3Lx4NaXEYbtrDXoknzrCMzHj3sSkzSw8knMoQEPkT7rij5zOP4UP49nfj3AnSH88zePlfH7tZK4R/s1600/jeans-pubblicita-jesus-chi-mi-ama-mi-segua-.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="253" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjV4m96ISXW4NJWBt-HQshWnjQ67ikGerg_jr4TK50iwOyM4wR0UWVkTV6LiNq7bAcP3Lx4NaXEYbtrDXoknzrCMzHj3sSkzSw8knMoQEPkT7rij5zOP4UP49nfj3AnSH88zePlfH7tZK4R/s320/jeans-pubblicita-jesus-chi-mi-ama-mi-segua-.jpg" width="320" /></a></div>
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Dantèshttp://www.blogger.com/profile/16404303077194621205noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1527109881792121993.post-52488479985010104292015-07-16T08:27:00.000+02:002015-07-16T08:27:00.050+02:00salvate il soldato hook<br><div style="text-align: center;">
«Ricchi coglioni che dicono a stupidi coglioni di uccidere poveri coglioni.<br>Questo è l'esercito»</div>
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(<i>'71</i>, Yann Demange)</div>
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Vabbè, ditemi «Te l'avevo detto» e non ci pensiamo più, ma quanto è fico 'sto <i>'71</i>? Lo avevo evitato all'ultimo Torino Film Festival perché temevo l'ennesimo film, un po' noioso, sul conflitto irlandese. E invece non ci si annoia mai. Claustrofobico, con sequenze al cardiopalma, girato abbastanza da dio da un regista francese al suo primo lungometraggio dopo un bel po' di tv, ha un ritmo notevole, una signora sceneggiatura, e dimostra una volta di più come la stessa storia (Storia) si possa raccontare con modulazioni e angolazioni diverse. Insomma, per usare un francesismo (già che ci siamo), a dispetto di qualche stereotipo è un film che spacca i culi. E se si pensa che il tutto accadeva davvero non poi troppi decenni fa, la cosa mette giusto quel tocco di angoscia in più. Da vedere senza se e senza ma. Gira al cinema in originale con i sottotitoli, non ho poi capito bene perché. Di certo, la lingua inglese con cadenza d'Irlanda, senza, è incomprensibile giusto un gradino sotto quella che si parla in Scozia.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-bzg96jI32kE8OZYe4FYZ78InD7cy4lAP9iZioO_8-YAK6sha4VjEwrvOQ2mNmjb0J6Xb_U_Ro3UVk1_CyGh1v68gLIHd5sfAs_ftoP919_CzouHWvV3ETdZS1QeeTJA0C7p3PvdjKB74/s1600/71.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="199" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-bzg96jI32kE8OZYe4FYZ78InD7cy4lAP9iZioO_8-YAK6sha4VjEwrvOQ2mNmjb0J6Xb_U_Ro3UVk1_CyGh1v68gLIHd5sfAs_ftoP919_CzouHWvV3ETdZS1QeeTJA0C7p3PvdjKB74/s320/71.jpg" width="320" /></a></div>
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Dantèshttp://www.blogger.com/profile/16404303077194621205noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1527109881792121993.post-50737766252351970162015-07-14T21:00:00.000+02:002015-07-14T21:04:36.598+02:00notte horror: il conte dracula<br />
<div style="text-align: center;">
- I am Dracula. Enter freely and of your own will.</div>
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(<i>Count Dracula</i>, Jesús Franco)</div>
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È con grandissimo piacere che apro le danze di questa seconda edizione di Notte Horror, e non con un film qualunque, ma con <i>Il conte Dracula</i> (1970) di Jesús Franco, con il mitico e (pensavamo) inossidabile Christopher Lee. Come tutti i grandi personaggi letterari, Dracula, come Frankenstein o Pinocchio o il conte di Montecristo, è stato trasfigurato, banalizzato, accorciato, minoreitanizzato (chi coglie la citazione senza ricorrere a Google vince una cena col sottoscritto) da mille film diversi. Ebbene, il regista spagnolo che più ha dato al cinema di genere con boiate enormi, film decenti e piccole perle lungo una carriera sterminata, è stato, almeno fino al capolavoro di Francis Ford Coppola, quello che, con questo film, pur semplificando e accorciando, è rimasto più fedele al romanzo di Bram Stoker. Lee, ovviamente, interpreta per l'ennesima volta il vampiro, anche se, obiettivamente, il migliore tra gli attori è senz'altro Klaus Kinski nei panni del povero, pazzo Renfield. Il compianto Herbert Lom, già straordinario Dreyfus nella saga della Pantera rosa ma non ancora assurto a mito, qui è Van Helsing. Il film, oltre ad essere ottimo per chi si voglia cimentare con la versione originale (l'inglese perfetto, quasi scolastico, è meglio di un corso della Fabbri Editore), è un curioso esempio di bmovie con un cast non proprio povero (ma le protagoniste sono due attrici culto di Franco, Maria Rohm e Soledad Miranda). Ondeggia tra un Hammer privo di ironia e l'horror di qualità, alternando effettacci scalcagnati, buchi di sceneggiatura e sequenze de paura mica male come quella iniziale del viaggio in carrozza e quella degli animali impagliati. Ne esiste anche una specie di making of molto sui generis, <i>Cuadecuc</i> del mitico produttore Pere Portabella, che <a href="https://www.youtube.com/watch?v=m3RJgWvS9eM">si può ammirare qui su youtube</a>: solo per feticisti del cinema, tipo tu che mi stai leggendo, insomma.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_HW0Mco7h9wJDsWvrdOXGCpAsxKbke-rcsfio9EnysLyazHLFcsh6cvutJucEW2_D9zyYNJ14QqkfN0tNTUQ3eoqV2RUyUdU9aFThBTxWtADA6KFcEolRMT7J-VS9b9-0qDRVjPt-3qIk/s1600/Christopher_Lee_as_Count_Dracula_%25281969%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_HW0Mco7h9wJDsWvrdOXGCpAsxKbke-rcsfio9EnysLyazHLFcsh6cvutJucEW2_D9zyYNJ14QqkfN0tNTUQ3eoqV2RUyUdU9aFThBTxWtADA6KFcEolRMT7J-VS9b9-0qDRVjPt-3qIk/s1600/Christopher_Lee_as_Count_Dracula_%25281969%2529.jpg" /></a></div>
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<br /></div>
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E adesso non dimenticate l'appuntamento dei prossimi martedì, nonché, soprattutto, quello delle 23 di stasera con <a href="http://directorcult.blogspot.it/">Director's Cult</a> e un altro, mitico titolo che ha per protagonista Sir Christopher Lee: <i>The wicker man</i>.</div>
<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix1WklY5y2-of8ctls113fPANk7aqWakgqZEcWJ6DDzuYQrEV-uuXLqG_69PDgVICxpTmITE_x_QkHrkpRmGP1XK-kIERjAXFPXWTUCIe6izEknKxupTqpzZBd5BI6iAOQNyNC6hDkY4Yo/s1600/nottehorror2015banner-small.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix1WklY5y2-of8ctls113fPANk7aqWakgqZEcWJ6DDzuYQrEV-uuXLqG_69PDgVICxpTmITE_x_QkHrkpRmGP1XK-kIERjAXFPXWTUCIe6izEknKxupTqpzZBd5BI6iAOQNyNC6hDkY4Yo/s320/nottehorror2015banner-small.JPG" width="320" /></a></div>
Dantèshttp://www.blogger.com/profile/16404303077194621205noreply@blogger.com16tag:blogger.com,1999:blog-1527109881792121993.post-2784336433920609522015-07-14T00:00:00.000+02:002015-07-14T08:47:45.080+02:00il giorno degli zombetti<br />
<div style="text-align: justify;">
Ci siamo: poche ore e si parte per il secondo anno consecutivo con la Notte Horror on the Blog, l'omaggio che noi zombetti più o meno cresciuti facciamo alla mitica rassegna che ci teneva svegli davanti alla tv ormai qualche secolo fa. Tutti i martedì, da stasera all'8 settembre, doppia recensione: una alle 21, una alle 23. Comincio io con <i>Il conte Dracula</i>, di Jesús Franco, segue due ore dopo <a href="http://directorcult.blogspot.com/">Director's cult</a> con uno dei film della lista che preferisco, il malatissimo <i>The wicker man</i>. A più tardi, e ricordatevi di diffondere il verbo. Quello qua sotto.</div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgur4oSxz2y-bqxgYkCWW0cD9Lb3gbwS193EMtVboBqQL_odz_5dQnhXEBVyl5DULZ8ghGPkDj7FF146S0TnUIzW9mQsqeg1eWUkY9-eU9Sva3yh3_rdLJBWL9sSIgTx-fPNMN6anSyGHjM/s1600/NH_BANNER_VERTICALE_REV_A.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgur4oSxz2y-bqxgYkCWW0cD9Lb3gbwS193EMtVboBqQL_odz_5dQnhXEBVyl5DULZ8ghGPkDj7FF146S0TnUIzW9mQsqeg1eWUkY9-eU9Sva3yh3_rdLJBWL9sSIgTx-fPNMN6anSyGHjM/s1600/NH_BANNER_VERTICALE_REV_A.JPG" /></a></div>
Dantèshttp://www.blogger.com/profile/16404303077194621205noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1527109881792121993.post-24295026791856418272015-07-13T08:27:00.000+02:002015-07-13T08:27:00.441+02:00disperatamente al margine di tutte le correnti<br><div style="text-align: justify;">
Ebbene sì, sono andato a vedere <i>Il nemico invisibile</i>. Perché Nicolas Winding Refn ci ha creduto e cacciato la lira (il dollaro, pardon). E perché Paul Schrader, nonostante <a href="http://castellodiif.blogspot.it/2013/11/la-citta-e-uno-sputo-anche-il-film-pero.html"><i>The canyons</i></a>, è stato un grande sceneggiatore e un buon regista, sempre o quasi osteggiato da Hollywood. Così, non so che film sarebbe stato se non ci avessero messo le mani prima della distribuzione, non lo sapremo mai, o forse occorreranno anni, chissà. Fatto sta che, a dispetto dei pessimi giudizi, la prima ora scorre che è una meraviglia e sono sicuro che, se al posto di Nicolas Cage (che peraltro qui fa la sua porca figura) ci fosse stato un Bruce Willis o qualcuno del genere, ci sarebbe un sacco di gente pronta a difendere o quasi a spada tratta questo onesto film un po' vecchio stile un po' no, neanche troppo politically incorrect, che si perde inspiegabilmente nell'ultima, ridicola mezz'ora, quella della resa dei conti, quella che avrebbe dovuto fare scintille. Fatti i dovuti distinguo, sembra di rivivere un po' la maledizione di <a href="http://castellodiif.blogspot.it/2015/01/chi-voe-la-guera-dorme-mae-e-dorme-in.html"><i>American sniper</i></a>: qui come lì dovrebbe, avrebbe dovuto esserci, il confronto-scontro tra l'americano (in questo caso un vecchio agente Cia che ha scoperto di essere affetto da demenza frontotemporale) e l'arabo (un invecchiato terrorista autoesiliatosi che tenta di sopravvivere nonostante la talassemia). Ma anche qui c'è troppo poco spazio per la seconda storia. E certi dialoghi, e certe situazioni poco credibili, non aiutano per niente. È bello rivedere Irène Jacob, lei sì che invecchia a meraviglia.</div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbMMHHaEuRfVMGPTeU7u_hrUR6DBvoUin6lMZrjpo9Yk01fHc3BwkoV_nmONqSlRzBYocKSQZSMyJVOqrf-w52Adw9lTWC9iPEQUyM3qOCOeBOzfh-Iy97oxLWyZn8O8g23cFFCRF3lZoJ/s1600/il-nemico-invisibile-in-sala.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="182" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbMMHHaEuRfVMGPTeU7u_hrUR6DBvoUin6lMZrjpo9Yk01fHc3BwkoV_nmONqSlRzBYocKSQZSMyJVOqrf-w52Adw9lTWC9iPEQUyM3qOCOeBOzfh-Iy97oxLWyZn8O8g23cFFCRF3lZoJ/s320/il-nemico-invisibile-in-sala.jpg" width="320" /></a></div>Dantèshttp://www.blogger.com/profile/16404303077194621205noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1527109881792121993.post-15662484742704254282015-07-02T08:26:00.000+02:002015-07-02T08:26:00.509+02:00spoon river (ci stiamo invecchiando ragazzi)<br><div style="text-align: justify;">
Patrick Macnee, più inglese di qualsiasi 007, micidiale con la sua bombetta e il suo ombrello, quando i Vendicatori del fumetto si chiamavano Vendicatori e<i> </i>se dicevi <i>The avengers</i> parlavi di <i>Agente speciale</i>. Paolo Piffarerio, genio di tanto Carosello, mito nella realizzazione di <i>Fouché</i>, ma soprattutto colui che raccolse la pesante eredità di Magnus regalando un centinaio di meravigliosi <i>Alan Ford</i> alla mia infanzia. Laura Antonelli, sola, deturpata, abusata: altri ne hanno fatto un monumento per dimenticare un po’ più in fretta (cit.). Dick Van Patten, che a parte <i>Colombo</i> e <i>Dallas</i> credo abbia partecipato a qualsiasi altro telefilm dei suoi tempi. Sergio Sollima, padre e forse vittima del successo del <i>Sandokan</i> televisivo. Remo Remotti, Freud del più geniale e incompreso film di Nanni Moretti, ma soprattutto stralunato poeta che se ne voleva andare da quella Roma incazzata, puttanona, borghese, fascistoide che tanto somiglia all’Italia.</div><br>
Dantèshttp://www.blogger.com/profile/16404303077194621205noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1527109881792121993.post-40444550886553850082015-06-24T08:30:00.000+02:002015-06-25T23:01:37.643+02:00bræðra hnífa<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";">Ma
quante lingue conosco da quando ho scoperto Google Translate? Anche in questo
caso, si apprezzano commenti autoctoni, ovvero, in questo caso, islandesi. Ve
lo ricordate <a href="http://castellodiif.blogspot.it/2010/03/soli-stanchi-e-forestieri.html"><i>Nord</i></a>? Le atmosfere di <i>Hrútar</i> (titolo internazionale <i>Rams</i>, ovvero <i>Montoni</i>, anche questo già
acquistato in Italia e di prossima - salcazzo quando - uscita) sono un po’
simili, ma si ride meno. Vincitore della sezione <i>Un certain regard</i> di Cannes,
visto a Milano nella provvida rassegna della scorsa settimana, il film di <span class="st">Grímur Hákonarson è la storia di due fratelli pastori che non si
parlano da anni ma che ricominciano a interagire fra loro nel momento in cui uno dei due
capisce di averla veramente fatta fuori dal vaso. Neve, alcool, paesaggi
desolati, un goccio di Coen sciolto nell’umorismo scandinavo. Non so se
meritasse il premio, di sicuro merita l’ora e mezza di visione.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4S_nLidIzB613vg05FEi0yQbKVRg1DSrmw9mC3RPNKSE9zEFzVB5CgvLsVuuuZg38dvkp-bPxVnua_-uXQf7S9OZhDFHgVGD6dEcOec4AqlVKbW13dZ5dHSYKb4UKPayEKWm961kpvRnp/s1600/rams-cannes-film-festival-2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="208" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4S_nLidIzB613vg05FEi0yQbKVRg1DSrmw9mC3RPNKSE9zEFzVB5CgvLsVuuuZg38dvkp-bPxVnua_-uXQf7S9OZhDFHgVGD6dEcOec4AqlVKbW13dZ5dHSYKb4UKPayEKWm961kpvRnp/s400/rams-cannes-film-festival-2.jpg" width="400" /></a></div>
Dantèshttp://www.blogger.com/profile/16404303077194621205noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1527109881792121993.post-17039293172231190572015-06-23T08:20:00.000+02:002015-06-23T08:20:00.434+02:00arrivano i buoni<br><div style="text-align: justify;">
Vabbè, ve lo devo dire: speravo che qualcuno si incuriosisse del titolo cinese del post precedente. Che poi, chissà se ho scritto davvero quello che volevo scrivere. Conoscete un cinese che conosce il cinese? Potete mostrarglielo? Grazie. Tra i film di Cannes a Milano c’era anche <i>A perfect day</i>, che ho visto più che altro per curiosità, aspettandomi non molto. Lo spagnolo Fernando León de Aranoa (<i>I lunedì al sole</i>, <i>Princesas</i>) stavolta dirige un cast internazionale (ci sono un americano, una russa, un portoricano, uno spagnolo, ché detto così sembra una barzelletta) per quello che, esagerando, si può definire un sorta di <i>M.A.S.H.</i> delle associazioni umanitarie: infatti, tra una bevuta, uno scazzo e una scopata, scontrandosi con l’ottusità della guerra e della burocrazia, Benicio Del Toro, Tim Robbins, Mélanie Thierry, Sergi López e Olga Kurylenko cercano di dare una mano in qualche parte devastata dei Balcani. Dramma e commedia si alternano con un buon ritmo e senza buonismi. Forse però, paradossalmente, il limite è proprio nel ritmo: non c’è tempo (o non si vuole dar tempo) per le lacrime, e la risata a tratti diventa liberatoria, come nel beffardo finale. Un film imperfetto ma interessante. In Italia distribuisce Teodora, ma non si sa ancora quando. Da vedere in originale con i sottotitoli, perché ciascuno, almeno per un po’, parla la sua lingua.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRbmapTTk68prVy-XpVRWqCnjwWfrBAqyk_UnNq2AbgvZ4tDR3MY9mzTrodSl_N9ELI3BuqnNyT3hUwZuxwC-JzU2UFXn_kCyQwDLYiSFFmaaME8tPGjlyF6TUkjRXO9n7i22Dc3BYU16_/s1600/9de5ff58-13f4-4c3d-b40c-46f192b84994-620x372.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="232" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRbmapTTk68prVy-XpVRWqCnjwWfrBAqyk_UnNq2AbgvZ4tDR3MY9mzTrodSl_N9ELI3BuqnNyT3hUwZuxwC-JzU2UFXn_kCyQwDLYiSFFmaaME8tPGjlyF6TUkjRXO9n7i22Dc3BYU16_/s400/9de5ff58-13f4-4c3d-b40c-46f192b84994-620x372.png" width="400" /></a></div>Dantèshttp://www.blogger.com/profile/16404303077194621205noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1527109881792121993.post-56480447325949741242015-06-21T08:30:00.000+02:002015-06-21T08:30:01.684+02:00愛的後果<br />
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Liangzi, Tao e Jinsheng sono amici. Il povero Liangzi ama Tao che però sposa il ricco e coglione Jinsheng. Se questo fosse stato il nocciolo e non il punto di partenza di <i>Shan he gu ren</i> (titolo internazionale <i>Mountains may depart</i>), probabilmente non ne starei neanche a parlare. Il lungo prologo, ambientato alla vigilia del 2000, sembra un po’ un melodrammone neorealista trapiantato in Cina; poi però, dopo quasi tre quarti d’ora partono i titoli di testa (eh già!) e il film cambia musica (più o meno, ché il leit motiv è sempre <i>Go west</i> nella versione dei Pet Shop Boys). Scopriamo così che, in realtà, le vere protagoniste della pellicola di Jia Zhangke sono Tao e la Cina attraverso 25 anni di storia (sì, finiamo in un futuro che è poi abbastanza presente…): di fianco, addosso e tutt’intorno al bildungsroman di Tao, scorrono i profondi cambiamenti della società cinese con le sue mille contraddizioni. Certo, alcune idee lasciano il tempo che trovano (il taglio dell’immagine che man mano che si procede si allarga, il nome del figlio, il cane che doveva vivere solo 15 anni, la canzone che apre e chiude il film…). Inoltre il capitolo finale, con quella punta di edipo moralista, è un po’ irritante. Tuttavia alcune trovate sono meravigliose (il padre che voleva fa’ l’americano e si ritrova a non capire il figlio che parla solo inglese) e la storia trabocca di spunti che magari restano lì, e sedimentano, e tornano quando meno te lo aspetti, come ogni buon film dovrebbe fare. In Italia distribuisce Bim, ma non si sa ancora quando.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPoWcPeA24iHAbImW77O9sQJxMK5bwg0BziedJTHrehBM4Xqf67DVCXKh7VL-GR09422m0MCk1LZDNa4jRg-EyKN_mMznuFLI1f6xLAF9sgiKQQTJ_mzOf1X3l35SxLymMxQyfLLf2aYJb/s1600/Mountains+May+Depart.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="164" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPoWcPeA24iHAbImW77O9sQJxMK5bwg0BziedJTHrehBM4Xqf67DVCXKh7VL-GR09422m0MCk1LZDNa4jRg-EyKN_mMznuFLI1f6xLAF9sgiKQQTJ_mzOf1X3l35SxLymMxQyfLLf2aYJb/s320/Mountains+May+Depart.jpg" width="320" /></a></div>
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Bene, sappiate che questo post contribuisce al China day. Insomma, finalmente, dopo mesi, sono tornato a scrivere insieme al “solito” gruppo di amici di cinema. Ecco, di seguito, i loro contributi:</div>
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<a href="http://bollalmanacco.blogspot.com/2015/06/china-day-inside-tradition-storia-di.html">Storia di fantasmi cinesi</a> (Siu-Tung Ching, 1987) sul Bollalmanacco di Cinema<br />
<a href="http://directorcult.blogspot.com/2015/06/china-inside-tradition-killer.html">The Killer</a> (John Woo, 1989) su Director's Cult<br />
<a href="http://scrivenny-dennyb.blogspot.com/2015/06/china-inside-tradition-lanterne-rosse.html">Lanterne rosse</a> (Yimou Zhang, 1991) su Scrivenny 2.0<br />
<a href="http://insidetheobsidianmirror.blogspot.com/2015/06/do-i-love-beijing.html">I love Beijing</a> (Ning Ying, 2000) su The Obsidian Mirror </div>
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<a href="http://nonceparagonecinema.blogspot.com/2015/06/china-through-revolution-infernal.html">Infernal Affairs</a> (Wai-Keung Lau e Alan Mak, 2002) su Non c’è paragone<br />
<a href="http://solaris-film.blogspot.com/2015/06/life-without-principle.html">Life without principle</a> (Johnnie To, 2011) su Solaris<br />
<a href="http://whiterussiancinema.blogspot.com/2015/07/a-touch-of-sin-il-tocco-del-peccato.html">Il tocco del peccato</a> (Zhangke Jia, 2013) su White Russian<br />
<a href="http://marisredroom.blogspot.com/2015/06/china-day-closed-doors-village.html">Closed Doors Village</a> (Xing Bo, 2014) su Mari's Red Room<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEKhiHTp9huaxHJYSG5ESFPseGqMzy3zO8PvGsgmQsrha6oh_JxjtseJWMFz4yomwQRuZkJkYhJvIxVLWEpNoruckmez7k9FVg9VJPDDy6zViW0hJ5xQyMQJoJonBm3Xek3Yxlxfq6x3i1/s1600/china-b.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="231" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEKhiHTp9huaxHJYSG5ESFPseGqMzy3zO8PvGsgmQsrha6oh_JxjtseJWMFz4yomwQRuZkJkYhJvIxVLWEpNoruckmez7k9FVg9VJPDDy6zViW0hJ5xQyMQJoJonBm3Xek3Yxlxfq6x3i1/s320/china-b.JPG" width="320" /></a></div>
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Dantèshttp://www.blogger.com/profile/16404303077194621205noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-1527109881792121993.post-20247419560302560822015-06-19T08:30:00.000+02:002015-06-19T08:30:01.798+02:00pastorale francese (ovvero john c. reilly is the new james franco)<br><div style="text-align: justify;">
«Scusi, che rivista è?». La ragazza ha gambe interminabili e pantaloncini minuscoli, capelli corti e celestini e, se non fosse che se sta qua dentro è maggiorenne, la prenderei per una di 15 anni. Sto leggendo un articolo di <i>Internazionale</i> sulla cultura pop giapponese, onestamente una robetta, ma «Sa, quello nella foto è il mio manga preferito!». Le cedo la rivista, tanto l’ho già letta tutta, si spengono le luci, le gambe infinite si arrampicano sulla poltrona, cerco di non distrarmi più di tanto. Beh, <i>Les cowboys</i>, opera prima dello sceneggiatore Thomas Bidegain (ha scritto un sacco di robe belle, buttate un occhio su Imdb) in effetti non permette grandi distrazioni. Sì, forse come ha detto qualcuno del pubblico, in certi momenti il regista «la fa facile», ma la disperata ricerca, nell’arco di una ventina d’anni, di una ragazza scappata di casa per vivere con una specie di terrorista musulmano, prima da parte del padre, poi del fratello, ha momenti davvero notevoli. E, soprattutto, fa incazzare e pone di fronte a interrogativi mica da ridere. L’ormai onnipresente John C. Reilly si ritaglia il ruolo di un americano molto traffichino. Ah, il titolo del film gioca sul fatto che la famiglia in questione sia di vaccari patiti del country. Ma quanto è bella <i><a href="https://www.youtube.com/watch?v=K5SZvkZI3eg">Tennessee Waltz</a></i>? Peccato che nella colonna sonora non ci sia la versione di Leonard Cohen.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-k4vApfSJmZss6TslCTsEwh0wUcTw1vycPafig2KVUxINafUstryWKJPrelmNoADpRAdui4caeL3qg2HH8nzW_eU505IQoofG4kte2tcsR-8-goszH32dL2zz7lomhQCYphDVQGyX7Qs6/s1600/1432027563913_0550x0310_1432027603360.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="203" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-k4vApfSJmZss6TslCTsEwh0wUcTw1vycPafig2KVUxINafUstryWKJPrelmNoADpRAdui4caeL3qg2HH8nzW_eU505IQoofG4kte2tcsR-8-goszH32dL2zz7lomhQCYphDVQGyX7Qs6/s400/1432027563913_0550x0310_1432027603360.jpg" width="400" /></a></div>Dantèshttp://www.blogger.com/profile/16404303077194621205noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-1527109881792121993.post-69544368713929137632015-06-18T08:32:00.000+02:002015-06-18T08:32:00.085+02:00dio li fa e poi (qualcuno) li accoppia<br><div style="text-align: justify;">
Ma che meraviglia è il primo film “internazionale” di Yorgos Lanthimos? I rischi c’erano, i precedenti non mancano, l’europeo che prende in mano attori americani e… insomma, se non sei Sorrentino di solito fai una mezza cacata. E invece <i>The lobster</i> è un filmone. Con una prima parte che fa molto Buñuel, un finale forse aperto (ma di quelli che mi piacciono) e una parte centrale meno convincente ma bella lo stesso. In un presente distopico in cui tutti devono essere accoppiati (ma niente mezze misure, né bisex né scarpe 44 e ½) oppure vengono trasformati in animali, lo sfigatissimo Colin Farrell si rinchiude in un albergo insieme ad altri personaggi micidiali (John C. Reilly con la zeppola, per dirne uno) per trovare l’anima gemella. Cattivissimo fino in fondo, con dialoghi che non perdonano nella loro schiacciante e volutamente desolante banalità, un paio di scene decisamente memorabili (l'oliva e, ahia, il cane!), Rachel Weisz e Léa Seydoux che in un contesto del genere non potrebbero fare sesso neanche se girassero nude. Toni molto più leggeri dei film precedenti del regista greco, ma non per questo una pellicola meno riuscita. Premio della Giuria a Cannes più che meritato, e si capisce perché sia piaciuto ai Coen.</div>
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P.S.: non c’entra un cazzo ma oggi esce <i>Infinitely polar bear</i>. Che i soliti idioti titolisti italiani hanno ribattezzato <i>Teneramente folle</i>. Fidatevi, è una commedia deliziosa. Parola di poison («deliziosa») e anche mia.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi75CQz5QbHdV4w36mUQOS8k8HQiiVFTRSAMzHbC41DMXu-Be9WG-bK0XkdEmXdft9HLMdXFHpxHAzwLmJpKCza-HOJpcT0ThW_k75dUCwBLOGkhbkca_kNNdUfe1F6vjcgxGL3YeUKuPQa/s1600/unnamed.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi75CQz5QbHdV4w36mUQOS8k8HQiiVFTRSAMzHbC41DMXu-Be9WG-bK0XkdEmXdft9HLMdXFHpxHAzwLmJpKCza-HOJpcT0ThW_k75dUCwBLOGkhbkca_kNNdUfe1F6vjcgxGL3YeUKuPQa/s400/unnamed.jpg" width="400" /></a></div>Dantèshttp://www.blogger.com/profile/16404303077194621205noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-1527109881792121993.post-42289996458207423962015-06-12T08:31:00.000+02:002015-06-12T09:10:58.690+02:00trovo titoli bellissimi per post che non riesco a scrivere<br />
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Ciao, sono Dantès e ho il blocco dello scrittore. Più o meno, sennò col cazzo che stareste leggendo questo post. Insomma, da stasera vado via tre giorni a seguire la retrospettiva di Cannes a Milano. Tanto piove. E al mare ci si va la settimana dopo. Nel frattempo mi verrebbe voglia di divorziare da fratello e sorelle, ma pare che non si possa. E ho un nipote che va a lavorare all'estero di cui sono molto orgoglioso. Ho visto come sempre un fottìo di film, ma vi parlo brevemente di due. Uno è <i>Leoni</i>, scacatissimo (purtroppo) film italiano con Neri Marcorè di cui mi piacerebbe tanto un’opinione della mitica <a href="https://middlemarchreloaded.wordpress.com/">middle</a>. Miiiiddle, se ci sei, batti un colpo (ehm, no, quello è l’altro film). Vabbè, insomma, ero curioso, se non altro per l’ambientazione (il Nordest in crisi) e l’argomento che poteva risultare “scomodo” (come avrebbe preso questo paese di merda la questione delle croci?). Sorpresa: il film mi è piaciuto. È parecchio divertente, ed è una commedia all'italiana abbastanza old style. Compreso l’happy end bastardo, credibile come una moneta da tre euro ma sanamente cattivo. Non so, ma ho l’impressione che Steno, Monicelli, forse anche Germi, avrebbero apprezzato. Ah, Treviso è tanto bella, peccato esistano i trevigiani. Poi, con ritardo clamoroso, ho visto <i>The innkeepers</i> di Ti West. Che io mica lo sapevo chi era. E, a dirla tutta, non lo so neanche adesso. Bello eh! Persino divertente. Almeno fino a tre quarti, forse anche più. Il problema è un finale che a dirgli banale gli fai un complimento. Un po' come il <a href="http://castellodiif.blogspot.it/2014/12/premio-coshai-trovato-in-lui-di-tanto.html"><i>Babadook</i></a> (che arriva fra qualche settimana anche al cinema, per quei due o tre che non l'hanno ancora visto). E sì che sembrava un film de paura finalmente diverso. Ritenta, sarai più fortunato. E porta con te di nuovo Kelly McGillis, nostalgia canaglia!<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhH5kORKFouVo9yHBS0FBrJoX7IglaffR5e9B-WRj4d9XNWAxsaPu-p6od_tgVghLdVCyKkeXHeR2avJqXcd_yh6lMqHi4UlOqWuxFctZpgOne1scCwTdfPXsI6dWlsxbv-PUAxIvCiTcFc/s1600/Neri-Marcore%25CC%2580-in-una-scena-del-film-Leoni2-750x400.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="191" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhH5kORKFouVo9yHBS0FBrJoX7IglaffR5e9B-WRj4d9XNWAxsaPu-p6od_tgVghLdVCyKkeXHeR2avJqXcd_yh6lMqHi4UlOqWuxFctZpgOne1scCwTdfPXsI6dWlsxbv-PUAxIvCiTcFc/s320/Neri-Marcore%25CC%2580-in-una-scena-del-film-Leoni2-750x400.jpg" width="320" /></a></div>
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Dantèshttp://www.blogger.com/profile/16404303077194621205noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-1527109881792121993.post-28436749013823818882015-06-04T08:23:00.000+02:002015-06-04T08:23:00.529+02:00when a dumb man cries<br><div style="text-align: justify;">
Partiamo dal finale? Sì, insomma, a me ha ricordato la sequenza iniziale di <i>Melancholia</i>, ma con la voglia di mostrare l’opposto. Nel film di Von Trier era l’annuncio di qualcosa di impossibile, in <i>Forza maggiore</i> è una sorta di happy end: la vita è una merda, ma non possiamo farci niente e tiremm innanz insieme, nonostante tutto. Mi aspettavo di più dal film di Ruben Östlund che mi ero precocemente pentito di aver zompato al Torino Film Festival causa difficoltà d’incastri. Secondo Fofi è una specie di Bergman mainstream: io però, a parte la comune origine scandinava dei due registi, non ci ho visto molto di più. Ed è un peccato, perché il film comincia bene, benissimo: tutta la prima parte, a cominciare dalle foto, è praticamente perfetta, annuncia bene quello che si aspetta. E quella montagna, quella neve, quella un po’ troppa natura che il giorno dopo avrei trovato in un film che è invece una perla, <i>Youth</i> (ne parlerò, sì), ci stava alla perfezione. Uh, e ci si diverte, eh, c’è la giusta dose di cattiveria e di ironia, la critica brutale al concetto di coppia o di famiglia, l’analisi dell’ipocrisia (toh, come <i>Youth</i>, ma una scalinata più giù). Poi però il regista ambisce all’ammicco, e si vede, soprattutto attraverso i personaggi secondari. E il protagonista a un certo punto crolla e piange sullo schermo. Tanto. Beh, di solito è il contrario. Ed è un uomo con le palle. Io.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIAsCA9mi-jLxgX96t_VTBsgs-OqhMc5uItL7u_BoMvAHJlcKw1OcL2v769HjtpClacwyRLVjlJOv3XrK-CjA_8dqbAkenPP0FHqUskT9q7fDUsfVEN1g3meJcDeLQ-dT2yBfdpFzI0DkB/s1600/forza-maggiore2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIAsCA9mi-jLxgX96t_VTBsgs-OqhMc5uItL7u_BoMvAHJlcKw1OcL2v769HjtpClacwyRLVjlJOv3XrK-CjA_8dqbAkenPP0FHqUskT9q7fDUsfVEN1g3meJcDeLQ-dT2yBfdpFzI0DkB/s400/forza-maggiore2.jpg" width="400" /></a></div>Dantèshttp://www.blogger.com/profile/16404303077194621205noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1527109881792121993.post-61606419818218144082015-05-21T08:30:00.000+02:002015-05-21T09:17:04.238+02:00e poi se la gente sa, e la gente lo sa che sai parlare di cinema<br />
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Sto per andare a pranzo quando il mio collega E. mi ferma e mi chiede «Hai già visto <i>Mia madre</i>?». E insomma, è bello che cinque o sei dei miei colleghi siano sempre curiosi di sapere cosa penso di un film. Poi però guardo l’orologio. E non per fare quello a cui cade la penna, anche se taccio spesso di ipocrisia quelli che la penna la tengono in mano, magari a mezz’asta, quei cinque, dieci, venti interminabili minuti in più. «Ne parliamo alle due e mezza?» rilancio io. Perché in realtà non so bene cosa dirgli, tanto che non so bene neanche cosa scriverne qui. Ma poi cedo alla lusinga e abbozzo due frasi, tre, quattro. Ho visto <i>Mia madre</i> una domenica mattina a Milano, presente Nanni Moretti. Mi aspettavo un film diverso: il titolo, in fondo, un po’ inganna un po’ no. Non è la storia di una persona che muore, ma è l’elaborazione di un lutto, fin dall’inizio. Una doppia elaborazione, checché ne dica il regista. Perché, se così non fosse, Moretti non avrebbe usato libri, mobili, vestiti di sua madre per creare il personaggio interpretato (splendidamente, ça va sans dire) da Giulia Lazzarini. Di quella mattina però ricordo le domande stupide di due psicologhe della domenica (beh, in fondo era domenica!) e la docilità, la disponibilità di un Moretti che non ti aspetti. E poi il senso di disagio dato dal fatto che, a parte quelle due scene di cui <a href="http://castellodiif.blogspot.it/2015/05/il-730-e-il-mio-fantasma-del-natale.html">ho già parlato qui</a> e in parte per il finale, non ho pianto. È come se il film mi fosse arrivato solo fino a un certo punto. Come se John Turturro, fenomenale quanto eccessivo, scatenato nelle sue improvvisazioni (il sogno in macchina e il film raccontato in osteria sono opera sua), avesse alleggerito un po’ troppo il carico che mi aspettavo di portare. Oh, ma poi c’è Margherita Buy. C’è la scena in cui si affaccia al balcone e io penso «Quanto è sempre bella?!?» e - tac - le guardo i piedi. No, nessun feticismo, ma penso a una delle prime sue apparizioni tv, timidissima al Costanzosciò, in cui parlava con imbarazzo delle sue fette. O alla prima e unica volta che l’ho vista dal vivo, in stazione centrale, sempre Milano, mentre prende un taxi con Silvio Orlando, ai tempi dello splendido <i>Fuori dal mondo</i>. Mi dico che Moretti è riuscito a trasformarla in Moretti in un modo assolutamente perfetto. E il sogno con la fila al Capranichetta è grande cinema, puro.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHErvjx87xJsgrapzOurkxuVUF9dYXldU9CYDtntNAjBV4niU370SQNLmY1qYf0Ehi9SXyHUn1nNZJ4TVzfJKcN5J8nXnpPyFC0xM769p4yb8Y6Ffl_u_HgiatU17BUiBmCZzmiGTzyPpX/s1600/foto-mia-madre-12-1030x615.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="206" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHErvjx87xJsgrapzOurkxuVUF9dYXldU9CYDtntNAjBV4niU370SQNLmY1qYf0Ehi9SXyHUn1nNZJ4TVzfJKcN5J8nXnpPyFC0xM769p4yb8Y6Ffl_u_HgiatU17BUiBmCZzmiGTzyPpX/s400/foto-mia-madre-12-1030x615.jpg" width="400" /></a></div>
Dantèshttp://www.blogger.com/profile/16404303077194621205noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-1527109881792121993.post-36411536916024286132015-05-20T08:25:00.000+02:002015-05-20T10:28:05.510+02:00plokhoyvolya<br><div style="text-align: justify;">
Affronto la sesta serie di <i>Dexter</i> (vabbè, ma allora ditelo che da assuefazione!), frugo nel cruscotto della mia DeLorean dove trovo cose degne del carbonio-14, mi preparo a una caccia al tesoro con la poison e la tiz, confermo che al Salone del Libro tante, troppe persone non sanno quanto costa, in tutti i sensi, un libro. In tutto ciò, ho visto <i>Leviathan</i> di Andrei Zvyagintsev. E le prime cose che ho pensato sono state: 1) che brava la doppiatrice del giudice, pazzesca; 2) questo film dovrebbe vederlo la ms. Non è un film che mi ha fatto impazzire, è un po’ tanto lungo e non solo per la durata, però ci sono delle cose veramente notevoli. Innanzitutto, il finale, spietato, lugubre, cattivo. Gli interpreti, con quell’aria da Verga russo. Il dialogo col prete, inquadratura fissa, micidiale, da studiare nelle scuole di cinema. La vodka, che se mi piacesse sarei uscito con una voglia di sbronza colossale. Quel mare di Barents che sembra più o meno un block salmastro. E la scena del tiro a segno in spiaggia, che racconta della Russia di oggi più di un numero di <i>Internazionale</i>.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiapw31ZnBtbJoyovp03GHbK0u054yb1scQEjkWT4T2pW7muFlbFCkyHzpCuV1ETnu5saNFwph1xxEJg2mgdcWdIncMMr7c36et-RhHruyMC3R_VKs94c01fl74DSYCKEFNFovtJTqlUfR/s1600/maxresdefault-1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="201" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiapw31ZnBtbJoyovp03GHbK0u054yb1scQEjkWT4T2pW7muFlbFCkyHzpCuV1ETnu5saNFwph1xxEJg2mgdcWdIncMMr7c36et-RhHruyMC3R_VKs94c01fl74DSYCKEFNFovtJTqlUfR/s400/maxresdefault-1.jpg" width="400" /></a></div>
Dantèshttp://www.blogger.com/profile/16404303077194621205noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-1527109881792121993.post-37097676270495105102015-05-12T08:24:00.000+02:002015-05-12T08:24:00.075+02:00il 730 è il mio fantasma del natale passato<br />
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Forse non era la serata giusta. Voglio dire, vedo la foto di una persona a cui sono stato legato tanti anni fa, che oggi è tale e quale a tanti anni fa, forse persino meglio, in un bianco e nero che quasi mi commuove, ché vorrei farle io, ’ste foto. E poi sono lì che, mentre spignatto, suona alla porta un cosetto magro magro un poco <i>mammulino</i> (come che vuol dire <i>mammulino</i>? ma se non conoscete le lingue ditelo!) e che, se avesse il testone, somiglierebbe a me alla sua età (ma mi somiglia già, ché alla sua età anch'io ero un viavai solitario in un balcone), con la mamma dietro che si scusa, ma lui ci teneva tanto a dare i confetti a tutto il palazzo per la sua comunione. E io penso: no, questa cosa qui io non l’avrei proprio fatta alla sua età. E poi zietta. Che mi fa morire, in senso proprio e figurato, che non ricorda il nome del pesce che cucinerà ma si sbatte finché non me lo dice e penso «la adoro» ma subito dopo mi fa incazzare per qualcos’altro. Azz, Margherita Buy e la macchina contro il muro, Margherita Buy e «sono solo tre passi» e penso a mia madre, senza corsivo, che mica si parla di film, stasera. Ah, già, il setteetrenta. A caccia di ricevute mi imbatto in gatto e gatta. Ecco, la frittata è fatta, anche se sto cucinando spezzatino.</div>
<br />Dantèshttp://www.blogger.com/profile/16404303077194621205noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-1527109881792121993.post-53175097409787671572015-04-23T08:32:00.000+02:002015-04-23T08:54:33.664+02:00e dantès accese quasi la tv (ché poi sennò vi preoccupate)<br><div style="text-align: justify;">
È un periodo di lavoro matto e disperatissimo. Almeno fino alla prossima settimana, quando il lavoro ci sarà, ma sarò io a gestirmelo quasi interamente. E la cosa suona diversa, quasi come fosse musica. Un po’ sperimentale. Pensate a Frank Zappa: avete presente uno di quei brani apparentemente wtf ma sapeste cosa c’è dietro? Ecco. Per il momento, poco cinema. In compenso, tanti telefilm arretrati. Mi sono sparato in pochi giorni <i>1992</i> e <i>Gomorra</i>. Chapeau. Chapeau per <i>Gomorra</i>, soprattutto. L’episodio sette è da programmare nelle scuole: il più completo, il più complesso, il più vicino all’opera di Saviano. Da programmare nelle scuole come <i>1992</i>. Che qua e là pecca di ingenuità ma che vanta un cast perfetto (Tea Falco? uh che palle, ma i fattoni milanesi li avete mai sentiti?) e ricostruisce un come eravamo/come siamo diventati che, scevro di caricature, al momento non ha eguali. Martedì ho provato a mettere su <i>Blackhat</i>. A parte i sottotitoli, che ho trovato male tradotti in inglese dal russo (non chiedetemi come lo so, lo so), dopo tre quarti d’ora mi sono annoiato. Ma trattasi di Michael Mann, tornerò all’attacco sperando di sbagliarmi. Solo che, staccando da Michael Mann ho acceso quel coso col tubo catodico (eh, sono antico, che volete fare) e ci ho trovato <i>Squadra mobile</i>, spin off di <i>Distretto di polizia</i>. E <i>Distretto di polizia</i> è stata una delle mie passioni, almeno finché non hanno deciso di ammorbidire i toni e risparmiare sugli attori. Per questa serie hanno puntato su personaggi tridimensionali, perlopiù interpretati da attori veri. Peccato che la messa in scena e i dialoghi, signora mia, siano da tv per pensionati. Pensionati italiani, quindi molto vecchi. Non bastano le parolacce se i superpoliziotti con superproblemi poi si muovono in situazioni da <i>Un medico in famiglia</i>. Così sono tornato al computer e ho ripreso il mio ammmore <i>Dexter</i>. Ormonalissimo <i>Dexter</i> seconda serie. Il che vuol dire che il primo che fa spoiler non lo faccio più amico. Si sappia.</div>
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