venerdì 28 agosto 2015

e adesso sta con lei


Ma uno fa un film solo perché giri come una trottola da un festival all'altro? Mah, chissà. Intanto, a guardare su Imdb, c'è poco da stare allegri: I'm Michael, oggi, un'uscita normale, non dico in Italia, ma almeno in un Paese normale, non ce l'ha ancora. Forse perché è di quelli scomodi. Ma scomodi forti, fatti per scontentare, pardon, fare incazzare tutti. Ancor di più perché si tratta di una storia vera. Michael Glatze era un attivista omosessuale con i controcazzi, stava con un bel ragazzo, avevano una liaison stile Love story (nel senso dei fotoromanzi rosa, non della leucemia). Poi, un giorno, come Paolo a Damasco, venne folgorato da un coglionetto che gli disse più o meno «io sono Luca e Luca era gay». Da allora violentò la sua natura, divenne etero e più in là predicatore mormone. La vostra reazione è «Masticazziiii!!!»? Ecco, pure la mia. James Franco (il film l'ho visto alla scorsa Berlinale, che praticamente era una "retrospettiva in avanti" dei film di Franco) è perfetto nel ruolo forse combattuto forse no forse boh del protagonista. Justin Kelly, regista esordiente, ha un tocco pulito, preciso: non gliene frega niente di strafare, ma riesce a dare qualche cazzotto in pancia quando meno te l'aspetti. Sarebbe uno di quei rari casi, forse, da «sì, il dibattito sì». Nel dubbio, però, non invitatemi.


Questa recensione fa parte di quelle dedicate al Rainbow day, ovvero a tutti i colori dell'amore. Un'idea di Arwen Lynch per festeggiare il compleanno del suo blog. Quindi innanzitutto i miei migliori auguri! E poi ricordatevi che ci sono da leggere anche questi post qui:

Delicatamente Perfido
Director's Cult
Il Bollalmanacco di Cinema
In Central Perk
La Fabbrica dei Sogni
Non C'è Paragone
Obsidian Mirror
Pensieri Cannibali
Solaris
White Russian

lunedì 24 agosto 2015

te lo ricordi demetrio quello sfigo


Vabbè, dai, c'ho un'età: se leggo Edoardo De Angelis penso a La casa di Hilde e, soprattutto, a Lella quella ricca, la moje de Proietti er cravattaro. Ma questo Edoardo De Angelis è solo un omonimo e fa il regista. E lo fa anche bene. Ho visto Perez. con un bel po' di ritardo, ma mi è piaciuto con la sua aria livida e sporchetta, e un Luca Zingaretti come sempre a portare a casa un buon risultato. Insieme allo splendido Si alza il vento (ma chi è quel cretino che diceva fosse un film militarista? ho pianto come un vitello, ed è come una lezione di storia dentro un quadro di Monet), mi ha disintossicato dall'ultimo Mission: Impossible che, ancora dieci minuti, e m'assopivo: noioso, faticoso, fuori tempo massimo. Cosa faccio di bello in questo periodo? Dopo aver finito di lavorare come un ciuco, sto lavorando come un ciuchino e aspetto con ansia la fine di settembre che mi porterà in vacanza. Per il resto, poco. Forse gatti in arrivo, forse altro, sostanzialmente forse. Scrivo poco, commento su fb, pratico shiatsu pagato in natura (canne e generi alimentari, che avete capito?), converto zia 86enne alla lettura di Internazionale, ed è la più grande delle soddisfazioni. Ah, e torno nella mia isola di blogspot. Com'è che diceva quel bel culo anni Settanta (e forse non solo quello)?