«Ricchi coglioni che dicono a stupidi coglioni di uccidere poveri coglioni.
Questo è l'esercito»
Questo è l'esercito»
('71, Yann Demange)
Vabbè, ditemi «Te l'avevo detto» e non ci pensiamo più, ma quanto è fico 'sto '71? Lo avevo evitato all'ultimo Torino Film Festival perché temevo l'ennesimo film, un po' noioso, sul conflitto irlandese. E invece non ci si annoia mai. Claustrofobico, con sequenze al cardiopalma, girato abbastanza da dio da un regista francese al suo primo lungometraggio dopo un bel po' di tv, ha un ritmo notevole, una signora sceneggiatura, e dimostra una volta di più come la stessa storia (Storia) si possa raccontare con modulazioni e angolazioni diverse. Insomma, per usare un francesismo (già che ci siamo), a dispetto di qualche stereotipo è un film che spacca i culi. E se si pensa che il tutto accadeva davvero non poi troppi decenni fa, la cosa mette giusto quel tocco di angoscia in più. Da vedere senza se e senza ma. Gira al cinema in originale con i sottotitoli, non ho poi capito bene perché. Di certo, la lingua inglese con cadenza d'Irlanda, senza, è incomprensibile giusto un gradino sotto quella che si parla in Scozia.