martedì 12 novembre 2013

poi però esci e vuoi bere


Lo so che anche quel comunista di papa Francesco ormai è contro il proselitismo, ma io non lo ascolto e diffondo il verbo: ragazzi, andate a vedere Zoran, il mio nipote scemo. Perché mica capita tutti i giorni di vedere una commedia (non solo) italiana, cinica e cattiva al punto giusto, senza vergognarsi di ghignare dall’inizio alla fine (al coro delle risate si univano felicemente anche quelle sofistichate della ms e di poison...). E poi il film d’esordio di Matteo Oleotto è proprio fatto bene, e strizza l’occhio, ma senza scimmiottarlo, a certo indie americano o, meglio ancora, nordeuropeo. Certo, è stato fatto su misura per Battiston (e si vede), il quale finalmente riesce ad avere un ruolo da bastardo che finora aveva potuto declinare solo a teatro, ma non è solo la presenza del grosso grasso attore friulano a fare la differenza. Le idee: tante, e tutte messe a frutto. I dialoghi, e te l’ho detto prima che ci si schianta dalle risate. Un lavoro di casting con i controcazzi, dai ruoli principali (Zoran, autistico o forse no, è il sorprendente Rok Presnikar) ai tanti caratteristi (dal “solito” Teco Celio all’eterna promessa degli anni Ottanta Roberto Citran fino all’adorabile ragazzina Doina Komissarov). Persino l’irrinunciabile happy end non rinuncia a essere beffardo. A trovargli un difetto, qualche piccola lungaggine qua e là.

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