martedì 17 febbraio 2015

e fuori nevica


Ho fatto bene ad aspettare qualche giorno prima di scrivere del nuovo film di Wim Wenders, presentato alla Berlinale insieme ad alcuni dei suoi migliori film del passato in occasione della consegna dell'Orso d'oro alla carriera. Il fatto è che Everything will be fine non sembra un film di Wim Wenders, e questo, lì per lì, ti spiazza un po’. E poi, dopo una parte iniziale notevole, non sempre regge il giusto ritmo per le sue due ore di durata. Tuttavia, metabolizzando, dici «cazzo». Sebbene non esente da difetti (la lunghezza in primis, ma anche il fatto che l’unico a “invecchiare” verosimilmente sia il bambino), questo drammone dalla sceneggiatura essenziale, che vede nell’arco di dieci anni evolversi quasi sempre in parallelo le esistenze di Charlotte Gainsbourg e di James Franco, colpevole di averle ucciso accidentalmente uno dei due figli investendolo con l’auto, funziona. E fa male, e scava, e qualcosa, prima o poi, dentro di noi trova. Forse non un Wenders fondamentale, ma un film sincero, doloroso, pieno.

3 commenti:

  1. Ho segnato praticamente tutti i film di cui hai parlato da Berlino, e questo -vuoi per Franco, vuoi per la Charlotte, vuoi per Wenders- è tra i primi della lista.
    Dici che visti i nomi la distribuzione italiana sarà benevola?

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    Risposte
    1. beh, ci mancherebbe! l'ha acquistato Teodora ma non c'è ancora una data di uscita

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    2. hai mai parlato di melancholia? simo

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