mercoledì 4 febbraio 2015

unreal cinema


Mi spiace. Davvero. Però c’è qualcosa di più incazzante (si dirà?) di un film comico che non fa ridere? Ebbene, Italiano medio non fa ridere. L’esordio cinematografico del mitico Maccio Capatonda, che io ho tanto amato per i meravigliosi finti trailer nei programmi della Gialappa’s e anche, in buona parte, per il più recente Mario, è un buco nell’acqua. Non è neanche una questione di tempi diversi: Marcello Macchia (ma che davero si chiama così all’anagrafe?) lo sa bene e, se non altro, evita di gonfiare inutilmente sul grande schermo quello che funziona nel piccolo. Il fatto è che la mira di questa satira che spazia dalle manie ambientaliste all’inevitabile (?) tv, è proprio debole debole e, l’ho già detto?, soprattutto non fa ridere. A poco servono le citazioni cinematografiche, la riproposizione dell’«uomo che usciva la gente», la folgorante scena del concepimento (mentale, ancor prima che fisico) del protagonista o il finale che un po’, vivaddio, sorprende: come diceva mio padre, «neanche se mi solleticano». Peccato, sarà per la prossima.

5 commenti:

  1. Una creatura di Maccio Capatonda che non fa ridere?
    Non ci credo. Non ci voglio credere!

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  2. A me non ha mai attratto, ed ora ho come l'impressione che partiranno bottigliate pesanti.

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  3. ...ecco, lo temevo che sarebbe stata una sola epica per noi che lo avevamo amato dai tempi dei Gialappi ... spero di recuperarlo in Rete per togliermi ogni dubbio!

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