lunedì 1 settembre 2014

è stato via


Cioè io, sono stato via. Cipro Nord, anzi Repubblica turca di Cipro del Nord, come recita la noia della politica. Vacanza di otto giorni. Non ce l’ho fatta a partecipare al day di Robin Williams, ma domani recupero, è già pronto, pardon. Che dire? Mare meraviglioso, spiagge belle ma trascurate, tra le quali una, spettacolare, Kaplica, che è sabbia ma anche e soprattutto una roba di scogli piatti e ondulati, paesaggi paralunari che se non la vedi non ci credi. Compagnia della ms e di mr Cì. Compagnia di giro, sì, ma anche un po’ difficile, che ti credi? Quasi come le responsabilità, i passati non ancora passati, a volte prossimi, a volte remoti, o quasi come la guida a sinistra (occhio allo specchietto!). Cibo meno vario che a sud e non così buonerrimo, ma ussignur quel posto a Mehmetçik che a vederlo da fuori, così pacchiano e solitario non gli avresti dato mezza lira (turca) e invece abbiamo mangiato da dio. Posto segnalato dall’ometto grasso in motoretta, presumibilmente spinto dal resto del paese (o almeno così ci piace pensare) a darci una mano mentre giravamo intorno in cerca della zivania. Sì, così dice la guida Lonely (che sarà sempre più lonely, se continua così) Planet: Mehmetçik paese della zivania. Una grappa spietata come il sole d’agosto: però se è fredda è una dolce morte, giuro. E noi l’abbiamo trovata a casa di uno che ci ha pure rimpinzato di canditi o giù di lì (sapete che io di dolci ne capisco come di astrofisica?). E poi? Burhan e il suo piccolo albergo-regno, gran fico e gran simpatico, cene a lume di candela, camerieri con quella faccia (e quelle capacità) un po’ così: chissà se hanno mai visto Genova. Tartarughe viste attraverso gli occhi e la mimica della ms che mi sembrava di essere lì, in mezzo al mar (senza camin che fumano). Donne con le cofane e gli occhi bistrati, bellissime. Ma anche donne coperte da capo a piè ammollo all’acqua: meglio musulmane costrette dall’integralismo o certi coglioni con la maglietta a guidare spetazzanti moto d’acqua? Chissà. Sicuramente meglio gli asini, tanti, ma quelli veri, che ragliano, mangiano carrube e tentano di scoparsi in mezzo alla strada, cazzo vuoi, noi eravamo qui molto prima delle macchine e della tua elemosina di pane o frutta, tsk! E poi Lois, che io pensavo fosse una donna, come quella di Superman, e invece era un poliziotto. Ma la vera superwoman era sua madre, santa donna meravigliosa, con le sue colazioni spettacolari a Büyükkonuk, un posto dimenticato dal mondo ma non dagli uomini (uh, che roba antropologicamente triste era il bar “degli uomini”) e sicuramente non da un dio, sempre ammesso che esista (sono sempre meno agnostico, sapevatelo). Cos’altro? Evitare Bafra e la sua musica del cazzo, sorta di Rimini con i templi greci finti e i colori di una stazione di servizio: un incubo. Famagosta è bella, Girne è carina, Nicosia è meglio al di là del muro. Raki come se piovesse, apre la fame meglio della maria. Tzatziki finto (senz’aglio), polpette meravigliose, agnello da sentir bestemmiare un vegetariano. Patate fritte basta, almeno per un anno. E sentire mr Cì che parla delle sue (dis)avventure di mare tra un sigaro e una zivania non ha prezzo.

5 commenti:

  1. E io che pensavo che famagosta fosse una stazione della metro...
    Dai vado.

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  2. sai che non avrei mai pensato esistesse il turismo li? interessante, mi ispira.

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    1. in effetti dipende dalle zone, a parte gli albergoni-casinò sparsi qua e là è ancora abbastanza un territorio vergine

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