venerdì 22 agosto 2014

francesca s’è svegliata


Mentre guardavo I dolci inganni mi chiedevo inevitabilmente: se uscisse oggi, avrebbe meno problemi? No. Certo, con internet si farebbe in fretta a vederlo piratato, ma l’asfittico moralismo democristiano del 1960 cinquantaquattr’anni dopo è sempre lì in agguato: non cercatelo solo in politica, leggetelo nei post sui social, pensate cosa scriverebbero su un qualsiasi giornale. Beh, comunque, il film di Alberto Lattuada (che all’epoca fu sequestrato, uscì tre anni dopo e non incassò una lira) ha i quattro minuti iniziali più erotici del cinema italiano e un primo piano finale battuto solo da De Niro in C’era una volta in America. Vi ho incuriosito abbastanza? No? Ok, proseguo. La storia è quella, nell’arco di una giornata, della ricca sedicenne Francesca (Catherine Spaak, in realtà appena quindicenne e di una bravura incredibile) che, dopo averlo sognato, capisce di desiderare un amico di famiglia che ha vent’anni di più; in serata riuscirà a scoparselo, ma le cose non andranno propriamente come previsto. Grandi comprimari Christian Marquand coprotagonista, Jean Sorel che fa l’attore burino e mantenuto, Milly deliziosa nei panni della nobile in decadenza e Donatella Chi l’ha visto? Raffai stronza compagna di scuola. Divertente, malinconico, erotico. Cinema che non si fa più, purtroppo.

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