lunedì 28 aprile 2014

comprami, io sono in vendita


Sorpresa: dolce parola in tempi magri, anche quando si è al cinema. Gigolò per caso, nonostante il doppiaggio più che discutibile e il titolo italiano acchiappamadaminkie che fa perdere il bel doppio senso dell’originale Fading gigolo (Turturro prepara composizioni floreali…), è un film da vedere. Per nulla greve o vaginale come potrebbe far presagire l’orrendo trailer, è una piacevole commedia romantica, ben scritta, di cui Woody Allen non è tanto un simpatico comprimario, quanto una vera e propria musa ispiratrice. C’è tanto del regista ebreo, in certi momenti sembra quasi un omaggio, dalla scena del “processo” alla scelta di alcune tecniche di ripresa. Tuttavia questo non vuol dire che Turturro non ci metta del suo, a cominciare dalla “sua” Brooklyn e dalla sua faccia. Più della regia, infatti, vale l’interpretazione, quel quid deliziosamente impalpabile che fa di John Turturro il fioraio-elettricista-idraulico-gigolò Fioravante. Convincono anche Liev Schreiber e Sharon Stone, ma è Vanessa Paradis, nonostante i panni da peppia della vedova, a illuminare lo schermo: una delle scene più intense, quella del massaggio, deve tanto alla sua presenza. Solo un neo: la sua interpretazione di Tu sì ’na cosa grande non si può sentire.

7 commenti:

  1. secondo me invece la versione paradisiaca di tu si 'na cosa grande non era affatto male...

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    1. sarà che 90 su 100 non sopporto chi canta in napoletano non essendolo...

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    2. Anche io ho sentito lungamente di peggio, Vanessa se la cava egregiamente bene, oppure ero così ben disposta che alla fine del film avrebbero potuto cantare toto cutugno e orietta berti e io non avrei fatto un plissè. per inciso l'oriettona sarà all'apertura del gay film fest (lo so, ha cambiato nome, ma non mi ricordo quale sia...)

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    3. il problema non è la canzone (io adoro la canzone napoletana classica), è che la Paradis di Joe le Taxi non faceva male a nessuno, questa 'nsomma

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  2. @Tiz: ma chi ha cambiato nome, Orietta Berti? :)

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