giovedì 5 dicembre 2013

la delusione è nell'imbottitura


Se penso a Carlo Mazzacurati mi viene in mente Notte italiana, prima produzione Moretti, Marco Messeri protagonista con Giulia Boschi (ma che fine ha fatto?). Poi penso alle emozioni de Il toro, e io e L. che balliamo sotto i portici di mamma Bologna scimmiottando una delle scene più belle. Infine mi viene in mente «Adele chi?» de La passione, imperfetto ma interessante esperimento di quasi metacinema. Ora, la cosa strana non è che abbia potuto tirar dentro millemila dei tanti attori sulla piazza (Albanese, Balasso, Battiston, Bentivoglio, Citran, Orlando, la Ricciarelli, giusto per dirne un po') per fare una comparsata ciascuno in La sedia della felicità: quella si chiama amicizia. Quello che è davvero incomprensibile è come Mazzacurati sia riuscito a ricavare un film così... anemico. Un pallido, pallidissimo remake de Il mistero delle dodici sedie di Mel Brooks (già remake dell'ultimo sgarrupato film della povera Sharon Tate, a sua volta tratto da un vecchio romanzo russo), privo di nerbo, dove si ride poco e non mancano sciatterie e incongruenze (va bene che è una commedia, ma esageruma nen!). Per non parlare dell'orribile orso finto del finale con un po' troppa montagna... Valerio Mastandrea e Isabella Ragonese funzionano, ma non bastano a tener su un baraccone così appuntato con gli spilli. Uscita non ancora prevista, se proprio siete curiosi.

5 commenti:

  1. Sofferenza e fastidio.
    Patito tantissimo, dalla tardona assatanata, al tatuatore che manda via un cliente appena tatuato senza nemmeno mettere un po' di crema sul tatuaggio "nuovo", alla veneta leghista e razzista, un'enciclopedia dei luoghi comuni, mancava un siciliano mafioso con la coppola e poi c'era tutto, credo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. mah, i luoghi comuni, come dissi pure alla Tiz (come chi? no, eh, dai, bastaaaaa!) ci possono pure stare in un film che vuole essere comico. il problema è che non fa ridere!

      Elimina
    2. ma ce ne possono stare un paio, toh, facciamo tre... ma poi...
      più che un film sembrava una puntata di colorado...

      Elimina
    3. Ahhhhhhhh, che film dimmmerda. Già commentato sul blog della Poison, ma mi piace rimarcare: dimmmerda. Un'accozzaglia che se la faceva Banfi non la vedeva nessuno, l'ha fatta Mazzacurati e improvvisamente la mancanza di idee e la tristezza del clichè sono divertenti. Sòla del festival. Film NON da festival. Non del Tff. :-(

      Elimina
  2. non l'ho visto.
    non morivo dalla voglia prima, ringrazio il cielo di non averlo fatto ora...

    RispondiElimina