lunedì 5 aprile 2010

fame


Fiumicino. Tra un volo e l'altro finisco il libro della Parrella, inizio Lethem, scopro che è tutto un altro romanzo rispetto a quello che mi aspettavo, per fortuna mi piace: un Hornby ambientato a Brooklyn, direi se avessi già letto qualcosa di Hornby. L'insegna del winebar di Frescobaldi mi ispira, si sta al bancone con prezzi da ristorante ma me ne fotto e mi faccio un Morellino. Poco dopo ecco che mi si siede accanto il noto comico della nota coppia comica che non sai mai chi è l'uno e chi è l'altro. Magro come uno stecco, ha baffoni anni Settanta e anche il maglione sembra uscito da un poliziottesco. Lo riconosco subito e con me, piano piano, anche tutti quelli che stanno lì intorno. Mi riprometto di scomparire se qualcuno gli chiederà un autografo, cosa che per fortuna non succede. Però lo guardano. Ci guardano. E io mi chiedo cosa farei al suo posto se mi cascasse addosso un pezzo del formaggio che sta mangiando o, peggio, un sorso del vino che sta bevendo. Manderei affanculo l'aplomb e smadonnerei come mio solito? A naso, direi proprio di sì. No, non ce la posso fare. Allontanate da me l'amaro calice: se dovesse capitare, ricco sì, famoso mai.

3 commenti:

  1. Condivido.
    Ricca si, famosa mai. :p

    RispondiElimina
  2. E' quello che dico sempre alle figliole quando si lamentano di non esser nate principesse. Che poi io avrei dovuto esser regina, con i cappelli azzurri in testa. Ma ti pare?
    la_espe

    RispondiElimina
  3. signora mia, quanto ha ragione! tutto, ma i cap(p)elli azzurri nun se possono vede' :)

    RispondiElimina