venerdì 30 agosto 2013

ancora un bicchiere?


Benvenuti alla seconda puntata di Registi sfigati! Ah, no, è il compleanno di Cameron Diaz... Scusate, mi ricompongo. A me la Diaz come attrice è sempre piaciuta, anzi mi piaceva di più nei primi film, con la facciotta più tonda e quello sguardo monello... No, quello ce l'ha anche adesso. Beh, insomma, parliamo di The last supper (1995), chiamato in un triste italiano Una cena quasi perfetta. Commedia nera, divertente, piccolo film a piccolo budget, attori bravi ma sconosciuti (la Diaz arrivava da The Mask, gli altri erano e sono prevalentemente facce televisive, a parte Bill Paxton e Ron Perlman). Cattiveria sparsa, impianto teatrale (pièce di Dan Rosen), finale bastardo, sorta di Arsenico e vecchi merletti politicamente scorretto, la storia del gruppo di amici liberal che, dopo aver “incidentalmente” ucciso un militare fascista, decide di avvelenare periodicamente a cena un tot di reazionari, funziona, disturba e diverte: mica male per una regista, Stacy Title, che sarebbe stata inghiottita nel nulla.


E buon compleanno Cameron anche da

Bollalmanacco
Cooking Movies
Era meglio il libro
Director's cult
Movies Maniac
Pensieri cannibali
Recensioni Ribelli
Scrivenny

giovedì 29 agosto 2013

piano. di sotto


Dopo un tot di sogni strani che mi hanno accompagnato per una decina di giorni, pensavo mi avrebbe fatto più effetto cambiare, anche solo per qualche mese, ufficio e – in parte – lavoro, cambiare scrivania e colleghi, cambiare aria, cambiare. Invece nulla. E poi adesso tra me e la macchina del caffè c’è una scala: mi verrà un culo di marmo. Chissà, magari anche un cuore di stagno.

martedì 27 agosto 2013

enoikiazetai


Rieccomi. Mancato tantissimo? Ok, lo so, basta dimostrazioni d’affetto, in fondo sono stato via solo due settimane. Com’è facile capire dal titolo (non lo è?), io e la ms siamo stati in Grecia. Dove “affittasi” è la parola dell’estate, un po’ come da noi “crisi”. Che poi sono in crisi anche loro, ma seria: insomma hanno guai troppo importanti per trastullarsi l’uccello sulle sorti di un vecchio satrapo che nessuno ha voglia di seppellire. Difficile da immaginare? Mannò, di questo passo ci arriveremo anche noi (su le mani, ché diventate ciechi!). Comunque, la Grecia vivaddio è anche altro. È ouzo e tzaziki e tsipouro e metaxa a un tot di stelle e pesce in ogni dove. È un mare che ti ci perderesti dentro. È un lago salato così salato che in questa stagione è solo una distesa grigia che ti viene voglia di zomparci dentro. È sole che non sudi e che non teme ombrelloni. È un posto che da fuori non potrebbe ispirarti di meno, con un maitre tabagista dal figlio scemo e un paio di avventori stile Cinico Tv, nel quale poi mangi da dio. È musica anni Ottanta remixata in greco. È un b&b giovane, colorato, rock e incinto che ti fa colazione in una busta di carta piena di ogni bendiddio. È pietre che a toccarle senti la storia. È sabbia che si infila dove non sospetteresti. È vento che ancora adesso senti il silenzio. È Mr. Cì e i suoi racconti. Siamo noi che facciamo gli adolescenti, non sempre nel senso migliore. Impareremo. È patìn patàn di giornate volate troppo in fretta.

Mancanze - Salonicco 2013, © Dantès

martedì 13 agosto 2013

spirali e giri di capa


Avevo credo quattro anni e mia zia doveva comprare quella che sarebbe diventata la sua storica 127: fu quel giorno, in concessionaria, che scoprii quanto mi facesse irrazionalmente paura non salire, ma anche solo guardare, una scala a chiocciola. Anni dopo, un lunedì cinema di Raiuno, quelli aperti da Dalla che fa pa-pa-papdudà, guardando La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock, fu la prima cosa che mi venne in mente. Poi decisi che il film era un capolavoro, più o meno come La finestra sul cortile. La riprova la ebbi a Melzo, un posto nel nulla brianzolo, la cui multisala, ai tempi, fu inaugurata dalla versione restaurata e tirata a 70 mm del film. Parlare di un classicone di questa portata senza scadere nella banalità è piuttosto difficile. Diciamo che senza, Brian De Palma forse non avrebbe fatto il regista. Che si tratta di una delle più forti e inquietanti storie di amore e (p)ossessione che ci abbia regalato la settima arte. Che la costruzione della trama è perfetta, con i suoi mille rimandi a specchio, con quei mille dettagli che vanno a comporre un puzzle impeccabile. Che Kim Novak non sarebbe più stata così, così completa, così immensa nella sua ambiguità e nel suo doppio-triplo ruolo carpiato (ops!). Che Saul Bass era un genio. E che se cacci dentro un finto Duchamp in un blockbuster, o sei pazzo o sei sir Alfred, e in ogni caso hai tutta la mia ammirazione.


Buon Alfred Hitchcock day e buone vacanze anche da questi simpatici blogger qua:

director's cult
incentralperk
pensiericannibali
scrivenny
valemoviesmaniac

mercoledì 7 agosto 2013

skene o bartholin?


Insomma, per dire che non mi fido di wikipedia. E non sono neanche così ferrato in materia, mi piace e basta. Come quelli che invece di studiare giocano al pallone e poi 2+2=4 prendono otto. Ma questo è un altro discorso. Ci ho messo un sacco, complice anche il lavoro che mi ha strozzato fino a ieri, ma riesco finalmente a scrivere di Spring breakers. Di cui ero prevenutissimo detrattore. Poi l'ho visto. E mi chiedo: Kids del 2013 o megapippa? E se anche Kids, a rivederlo oggi, mi apparisse come semplice materiale segaiolo? L'idea di mettere quattro sgallettate Disney finte teenager a fare le troiazze è giochino semplice semplice, quasi banale, per guadagnare senza troppo sforzo qualche titolo su giornali di mezz'età. Però Harmony Korine mi è sempre piaciuto, più come regista che come sceneggiatore. Avevo detestato Mr Lonely, ma vabbè. E James Franco è perfetto, la mia stima nei suoi confronti è sempre più alta. L'irritazione iniziale lascia il posto all'ammirazione per come è costruito il tutto (sesso a parte, una noia che levati!). E un finale che non poteva funzionare diversamente. Paraculo o piccolo genio? O piccolo genio paraculo? La seconda che hai detto, mi sa.