lunedì 31 gennaio 2011

concettualmente


Temevo il punto di non ritorno. Temevo che dopo questo capolavoro assoluto, una roba che a rivederlo sale la pelle d'oca come quella sera, Albanese mi crollasse in un film inutile. Con piacere mi ricredo. Niente di fondamentale, ma Qualunquemente è fatto bene, fa ridere, fa pensare, è cinico, caino e bastasu (puh!) quanto basta. Certo la prima parte è folgorante, bel ritmo e una Calabria-Italia surreale (?) sospesa tra Almodovar e Pietro Germi; la seconda perde in freschezza, soffre di dejà-vu televisivo e si risolleva soprattutto grazie a Sergio Rubini, il cui barese di Milano è perfetto. Del finale vi diranno che è senza speranza, è cattivo, è... Rispondete come Laqualunque: fatti i cazzi toi! Io vorrei essere a Berlino quando lo proietteranno.

4 commenti:

  1. Immagino sarebbe una goduria assoluta vedere i tedeschi con le facce che esprimono un misto di stupore, sdegno e sadico divertimento. Ma una videocamerina nascosta no?

    Ps: scusa l'intrusione sul tuo blog, spero non sia stata sgradita.

    Giancarlo

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  2. io vorrei essere a berlino a prescindere, magari quando fa caldo, però.

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  3. dna: benvenuto! nessuna intrusione, anzi
    ms: e sì, in effetti è meglio

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