lunedì 7 settembre 2009

prickocracy


Più di Corona che si profuma come una battona e che apprezza di essere stato truffato dallo psiconano. Più di Lelemora che gioca a fare il decadente ma è solo un fascistone che ama circondarsi di manzi meglio se truzzi. Più delle riprese lente, volutamente prive di ritmi e di tagli, quasi “pornografiche”, sul volto inespressivo dello psiconano, sempre più simile alle caricature di Vauro. Più di tutto questo, quello che colpisce di Videocracy è il vero protagonista. Ricky ha 26 anni, parla come il signor Rezzonico, non vuole più fare l’operaio (e come dargli torto?), sogna di diventare il Van Damme italiano e canta le canzoni di Ricky Martin (sic): in pratica non ha nessuna chance, ma vuole sfondare in tv. Ogni tanto “fa il pubblico”, per il resto vive con la madre che gli sorveglia le morose e lo fa sentire in colpa. Uno dei venti provini che fa è per X Factor: disastroso. Finisce così tra i “geni incompresi”, ovvero in tv sì, ma preso impietosamente per il culo. Lui, però, è contento. E la sua parabola racconta quest’Italia mille volte meglio di un Corona che si impomata il pisello davanti allo specchio.

4 commenti:

  1. Io non mi sono mai impomatato il pisello. Neanche i capelli, per la verità. In pratica non mi sono mai impomatato niente. Che vita di merda, cazzo.

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  2. però me lo potevi dire che era un film dell'orrore.
    ho avuto paura. tanta.

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  3. evaso: puoi sempre cominciare...
    poison: io speravo fosse un film di fantascienza

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  4. la risposta che mi sorgeva spontanea era: "minchia, magari!", ma, siccome quest'estate sono stata a cambridge, dico solo: "eh, magari lo fosse stato!"

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